A margine della cerimonia per i 10 anni della sua Fondazione 'Colombia te quiere ver', l'ex vice capitano dell'Inter, Ivan Ramiro Cordoba, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti, tra cui l'inviato di FcInterNews.it: "Innanzitutto grazie di essere qua. Sono felicissimo di aver condiviso questi 10 anni con tutte le persone che hanno reso possibile questo sogno. Abbiamo regalato tante possibilità e tanta gioia a dei bambini che ne hanno bisogno e questo deve essere motivo di orgoglio anche per tutti gli italiani che sono stati loro vicini".

Quanto è bello festeggiare con i colleghi nerazzurri e con chi condivide con te questo progetto?
"Il motivo per cui si festeggia qui, a Milano, è perché questa idea è nata qui, durante i miei anni all’Inter. Dovevo festeggiare con la mia gente, includendo anche numerosi avversari che per me sono sempre stati il simbolo del calcio: Maldini, Baresi e tantissime altre persone che sono state sempre vicine alla mia fondazione e pronte a contribuire per regalare un sorriso a questi bambini".

Cosa ne pensa delle parole di Arrigo Sacchi, che ha definito l'Inter del 'Triplete' una vergogna perché senza italiani?
"Ognuno è libero di esprimersi come vuole, ma di certo è una dichiarazione che pesa in un calcio che dà possibilità a tutti i calciatori, a chi è più bravo, di emergere. L’Inter non ha mai avuto una barriera per i calciatori italiani. Ha dato possibilità ai più forti far parte della propria storia, di un’Inter vincente, che sicuramente ha reso orgogliose molte persone in Italia, ma penso che parlare troppo sull’aspetto degli stranieri non serve a niente. In quel momento noi volevamo vincere per l’Inter e per l’Italia soprattutto. Il calcio italiano in quel momento era in difficoltà e per noi stranieri andare lì (a Madrid, ndr) e fare la storia del calcio italiano, è stata una cosa fantastica. Ma basta così, io nutro grandissimo rispetto per Sacchi e non c’è bisogno di continuare la polemica".

Parlare di vergogna può aver dato fastidio?
"Le vergogne sono altre penso. Ha sbagliato la parola, mettiamola così. Il mister è un grande campione, ha fatto tantissimo per l’Italia e più di altri può sapere cosa vuol dire vincere qualcosa di importante anche avendo calciatori di stranieri nella propria squadra".

Yaya Touré è l'uomo giusto per ripartire?
"Yaya Touré è un campione. Le squadre molto forti, lo sappiamo, partono da basi con giocatori come questi. Penso che possa essere un bel pilastro per ricominciare, ce lo auguriamo".

Cosa serve all'Inter di Mancini per tornare ad alti livelli?
"Sono molto fiducioso sul fatto che il mister, iniziando a lavorare dall’inizio della stagione, sia diverso. Quando le menti sono fresche è più semplice riuscire ad assimilare al meglio i dettami tattici".

Guarin potrà ancora essere importante per l'Inter?
"Guarin ha già dimostrato quest’anno che può avere una continuità importante. Può essere molto importante".

Rimanendo in tema di connazionali: su Murillo cosa può dirci?
"Murillo è un giocatore molto forte fisicamente, un difensore puro. Penso che troverà il suo spazio qua, non sarà facile perché l’Inter ha grandi campioni, ma dimostrerà le sue qualità e le metterà al servizio della squadra. Questa è la cosa più importante".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 18 maggio 2015 alle 20:14 / Fonte: Dall'inviato Francesco Fontana
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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