Dopo l'impresa sfiorata in Coppa Italia contro la Juve quella col Palermo era la gara delle risposte. Più meriti della squadra di Mancini o scarsa determinazione da parte dei bianconeri? E soprattutto qual è la vera Inter, quella che domina lo capolista o quella che anche contro avversari meno temibili può crollare al tappeto e non riuscire più a rialzarsi? Palla come sempre in questi casi al campo, dove i nerazzurri dimostrano di poter continuare sulla scia della prova di mercoledì. Vittima stavolta il Palermo che lotta per non retrocedere, ma quest'Inter ora più che mai è affamata e non fa sconti.

CHI HA BISOGNO DI UN 1-0? - La squadra cambia per quattro undicesimi rispetto al match contro la Juve. Tornano i due centrali titolari, Miranda e Murillo, davanti Palacio e Icardi prendono il posto di Brozovic ed Eder. La sostanza però resta invariata perché i nerazzurri vanno a segno ancora nella prima parte di match: mercoledì Brozovic aveva timbrato il cartellino al 17', ieri le due reti di Ljajic e Icardi sono arrivate già nei primi 22 minuti. E non c'era fretta, né rimonte da completare. Segnale di un'Inter che scende in campo motivata e con le armi per colpire, decisa a recuperare il terreno perso in un mese e mezzo sciagurato. Squadra diversa anche da quella che portava a casa i tre punti vincendo 1-0. Nessuna fatica stavolta perché come ricorda Iachini i nerazzurri affossano il Palermo con due tiri, ma avrebbero potuto chiudere il primo tempo con un vantaggio più ampio. A fare la differenza sono soprattutto l'atteggiamento e una ritrovata consapevolezza nei propri mezzi. Un gol non accontenta più, l'Inter forse oggi ha capito chi è.

FANTASTICI QUATTRO - Ljajic e Perisic erano già scesi in campo in Coppa Italia, ma per Mancini entrambi possono essere decisivi. Il primo - come ha spiegato nel dopo-partita rispondendo ai rimbrotti del tecnico - ha rimesso la testa a posto, l'ex Wolfsburg ha invece capito il calcio italiano. Con loro a indossare i panni del supereroe c'è anche Palacio a supporto del bomber Icardi. Maurito risponde presente nella settimana del risveglio della squadra. Corre e fa a sportellate, svaria su tutto il fronte, si riscopre killer dell'area di rigore e assist-man per i compagni di reparto. Il Trenza ha il lavoro sporco, mentre Ljajic è l'uomo invisibile per i rosanero con i suoi continui spostamenti da destra o sinistra verso il centro. E con licenza di cecchino. Sua la firma che all'11' apre il match, poco prima del raddoppio siglato dal capitano sulla palla messa dentro da Palacio. Il tris (e non è un caso che a chiudere i giochi ci pensi sempre lui) è dell'instancabile Perisic, innescato dall'asse Ljajic-Icardi. Lì davanti ora si viaggia a mille e come dimostra la smorfia di Ljajic dopo la sostituzione nessuno ha voglia di fermarsi.

FORMULA MAGICA - A giochi fatti c'è spazio anche per Brozovic e Biabiany. L'epic 77 nerazzurro, stremato dopo le fatiche di Coppa, ci mette il pennello per il colpo di testa di Palacio neutralizzato da Sorrentino e poco altro, mentre il francese tiene alti i ritmi nel finale con la sua velocità. San Siro alla fine è stregato da un'altra prestazione convincente di questa nuova Inter. Il gol incassato, come troppo spesso è accaduto in questa stagione, è causato da un errore difensivo banale, ma stavolta i nerazzurri non tremano e ci mettono poco a rimediare andando a chiudere nuovamente la gara e rimanendone in pieno controllo. La diga con Kondogbia che conferma i progressi lampanti e il pitbull Medel regge senza affanni. Sbagliano invece i due terzini, soprattutto Nagatomo in occasione della rete di Vazquez che accorcia le distanze del punteggio. In estate oltre al tanto atteso regista (forse poi non così indispensabile) potrebbe servire anche qualche intervento nelle corsie. Quel che conta però oggi è che Mancini pare abbia trovato finalmente la formula magica per la sua Inter, basterà non stravolgerne nuovamente il mix. Grazie a una disposizione tattica sempre più efficace e chissà anche all'aver toccato nei dibattitti di spogliatoio le corde giuste, i nerazzurri rimangono in lotta per il traguardo Champions League. Servirà la continuità di risultati e di prestazioni. Se ne riparlerà dopo il Bologna e la tappa cruciale all'Olimpico con la Roma.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 07 marzo 2016 alle 08:15
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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