Lunga intervista concessa ai microfoni del quotidiano Olé da parte di Esteban Cambiasso. Il Cuchu affronta svariati argomenti, dall'arrivo di Thohir ad un possibile futuro da allenatore, passando per il derby vinto contro il Milan e la sua storia personale in nerazzurro. Si parte dal taco di Palacio: "Non mi sorprende. Tutti sappiamo cosa può dare Rodrigo, anche se la sua scelta di trasferirsi tardi in Europa ha posticipato la sua esplosione. Sono felice che alla fine sia arrivato in un grande club come l'Inter, ma vorrei anche che tutto ciò che sta facendo possa coronarlo con un titolo vinto insieme a noi. Al Boca ha avuto l'opportunità di vincere, e anche molto, cionostante non era ancora affermato. Poi è andato al Genoa e ha trascinato la sua squadra, proprio come si trascina una squadra di bambini, cosa che per un attaccante non è mai facile".

Si torna quindi al successo contro i cugini: "Ci ha dato tranquillità - dice Cambiasso - perché ci trovavamo in una situazione difficile. Avevamo iniziato bene in campionato, poi ci siamo frenati con diversi pareggi e la sconfitta con il Napoli. Ci dà gioia vincere il derby perché se lo avessimo perso questi giorni sarebbero stati diversi".

Il Cuchu ha modo di ripercorrere anche gli ultimi anni vissuti con l'Inter: "È cambiato tanto. Abbiamo toccato il punto più alto nel 2010, che era ciò che si sognava da tanti anni, ancora prima che arrivassimo noi. Oggi siamo in un processo di rifondazione. La maggior parte dei giocatori con cui abbiamo vinto 15 trofei negli ultimi sei o sette anni è andata via. Ora sono arrivati tanti giovani con grande potenziale, quindi serve pazienza. Thohir? È un processo di cambiamento, a ciò si somma anche il cambio di proprietà con il presidente che ha venduto la maggioranza delle sue azioni".

Si parla quindi del rapporto che lega gli argentini alla storia del club nerazzurro: "È difficile trovare argentini in Italia che non siano interisti. Sin dalla Grande Inter, quella che con Helenio Herrera vinse la Champions nel '64 e nel '65, la squadra è rimasta legata agli argentini. Poi sono arrivati sempre nuovi giocatori, sino a Pupi che è quello che rimarrà per sempre nella storia di questa società. A volte quando uno gioca all'estero e fa le cose per bene apre le porte ad altri suoi connazionali".

Sugli obiettivi della seconda parte di stagione: "Penso che la Juve mantenga una regolarità che ha già dimostrato in questi anni e continui ad andare molto forte. Anche la Roma sta avendo un passo difficile da seguire rispetto alle passate stagioni. Oggi l'obiettivo è tornare a giocare nelle coppe europee, quelle che per la prima volta mancano all'Inter dopo quattordici anni. Poi la Coppa Italia, un torneo ad eliminazione diretta in cui tutti partiamo alla pari".

Una domanda riguarda il suo futuro e il contratto in scadenza a giugno: "Arriva un momento nella tua carriera in cui bisogna guardare giorno dopo giorno, anziché progettare il futuro. Sono felice che a fine stagione saranno dieci gli anni trascorsi nell'Inter, con cui ho avuto molte più soddisfazioni rispetto a quante ne avessi immaginato. Se avessi dovuto scrivere una mia storia con un club della grandezza dell'Inter, non ne sarebbe uscita fuori una così perfetta. Per me oggi è difficile pensare al futuro, così come è difficile vedermi fuori dall'Inter, come credo che per chiunque sia difficile vedermi fuori da questo club. Però è il calcio e non si sa mai cosa può accadere".

E interrogato su un eventuale futuro da tecnico, Cambiasso afferma: "Può darsi. Dovrò fare molte analisi che hanno a che vedere anche con la mia famiglia. Per fortuna ho avuto regolarità e non sono un giocatore che si è mosso molto lungo tutta la carriera. Però quando uno ha dei figli deve pensare anche a loro".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 31 dicembre 2013 alle 13:48
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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