Nella sfilata di dirigenti del calcio italiano passati sul palco del 'Festival della Serie A', ha preso la parola anche Alessandro Antonello. Ecco le parole del ceo corporate dell'Inter.

Avete appena gestito un cambio epocale e clamoroso, visto che nessuno se lo sarebbe mai immaginato fino a poco tempo fa. Come lo avete fatto?
"Abbiamo celebrato la seconda stella, frutto di un lavoro importante e impostato negli ultimi anni. La squadra ha giocato un calcio spettacolare nella stagione, il percorso fatto dall'area sportiva è stato molto importante. Il modo in cui abbiamo vinto il campionato ci ha resi orgogliosi, vincere lo scudetto nel derby ha reso tutto più memorabile. Oaktree era già presente da tre anni nel club, conosceva tutto, il messaggio dato dopo l'arrivo è stato di continuità e stabilità. C'è stato un passaggio naturale. Le ambizioni non sono cambiate e sono quelle presenti nel Dna dell'Inter, ovvero lottare per le posizioni al vertice. Ci auguriamo che il percorso possa proseguire".

Cosa cambia da una proprietà legata ad una famiglia a quella legata ad un fondo? Non può essere la stessa cosa...
"Il principio è lo stesso, quello della delega data ai manager e in questo caso anche al nuovo presidente, Beppe Marotta. Questo è sinonimo di garanzia, dare fiducia ai manager degli ultimi anni penso che sia un elemento in comune, indipendentemente dal tipo di proprietà". 

Tra 10 anni i tifosi dell'Inter andranno ancora a San Siro o a Rozzano?
"Esiste un problema evidente, purtroppo gli impatti burocratici non aiutano a costruire infrastrutture. Dopo 5 anni siamo ancora in piena discussione. Dall'altro lato siamo stati costretti a pensare ad un piano B, ovvero avere un impianto di proprietà a Rozzano. Stiamo andando avanti, l'alternativa è quella di una possibile ristrutturazione di San Siro. I risultati li vedremo a fine giugno. La cosa fondamentale è dare la possibilità a club come l'Inter di competere ad alti livelli, senza infrastrutture è difficile". 

Siete soddisfatti e felici dalle entrate o più preoccupati dai numerosi impegni previsti nella prossima stagione?
"Un club di calcio deve ambire sempre al massimo, quindi anche a partecipare a tutte le competizioni e provarle a vincerle . Vogliamo fare il meglio possibile. Siamo anche interessati alla tutela dei nostri giocatori, chiaramente. Non possiamo però rinunciare a competizioni per il lustro e per la visibilità internazionale. La salute dei giocatori, preciso ancora, resta una delle priorità". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 07 giugno 2024 alle 18:00
Autore: Raffaele Caruso
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