Non c’è spazio per nessun non-interista, o quasi, nella top 11 di Sportweek di Marco Materazzi, che stila una formazione per più di tre quarti a tinte nerazzurre. Eccezion fatta per i due campioni del Mondo, compagni di Nazionale e d’avventura nella cavalcata verso Berlino nel 2006, Fabio Cannavaro e Francesco Totti. "Ho fatto una squadra offensiva perché. Nel calcio bisogna far gol, anche se quando giocavo il mio compito era evitarli. Era evitarli e c’è tanta Inter, perché con lei ho vinto tutto" ha spiegato l'ex difensore della Beneamata.

Julio Cesar in porta, protetto da Maicon, Cannavaro, Samuel e Chivu. Zanetti, Totti e Stankovic a centrocampo, alle spalle di un super tridente offensivo fatto da Ronaldo il fenomeno, Milito ed Eto’o. Allenatore José Mourinho.

"Quando lui arrivò all'Inter io ero molto legato a Toldo, ma feci da tutor al brasiliano e siamo diventati amici" ha detto Matrix a proposito dell'Acchiappasogni. "Maicon, un treno sulla fascia destra. Non so neanche io come facesse ad andare avanti e indietro per tutta la partita" prosegue a proposito del muro difensivo scelto. Maicon terzino destro, Christian Chivu dal lato opposto, esterno di sinistra: "Io, lui e Stankovic: tre zingari. Con Cristian bastava uno sguardo per capirci. Scherzavamo gli avversari. Una volta, contro la Lazio, Pandev rimbalzò tra me e lui per tutta la partita. 'Guarda che mi hai fatto!', si lamentò con me a fine primo tempo per un calcione che aveva preso. Neanche si era accorto che non gliel'avevo rifilato io ma Chivu" e Cannavaro e Samuel in mezzo: "Avrei potato scegliere Cordoba - precisa a proposito del Capitano della Nazionale campione del Mondo -, col quale all'Inter ho vinto di più, ma con Fabio ho conquistato un Mondiale ed è forse quello al fianco del quale ho preso meno gol in tutta la carriera. Anzi, tra noi scommettevamo a ogni partita sull'uscire dal campo con la porta inviolata". Spazio anche all'immancabile muro, l'indimenticabile The Wall per i cuori interisti: "Faceva onore al suo soprannome, il Muro, come calciatore e come uomo: solido in campo e muto fuori. Un muro, appunto. Duro, impenetrabile. In campo menava e se un attaccante gli andava contro muso a muso per protestare, manco rispondeva. Non gli dava soddisfazione". 

Centrocampo a tre composto da due grandi capitani e un 'drago', prossimo avversario dell'Inter in campionato: Zanetti, sul quale Materazzi ammette: "Non siamo mai stati legatissimi, ma ogni volta che ho avuto bisogno del Capitano, lui c'era" e Francesco Totti. Da capitano a capitano, grande avversario dell'Inter del Triplete, ma grande compagno di Nazionale per l'ex 23 interista: "Mi fa sempre sorridere. Non so se sia più forte o simpatico". Con Stankovic "siamo stati insieme in camera per 5-6 anni. Tutti i miei trofei all'Inter li ho vinti con lui. Neanche sapeva quanto fosse forte".

Tre forti dietro tre fortissimi: linea offensiva che Materazzi affida a Ronie, Milito ed Eto'o. "Maradona, Messi... Maio non ho mai visto uno forte come lui. Per esplosività e talento naturale, un mix tra Cristiano e Messi" dice sul Fenomeno che nell'undici di Matrix è affiancato da Diego Milito: "Facendo doppietta al Bayern nella finale di Champions del 2010, Diego ha permesso a Materazzi di mettere la ciliegina sulla torta della sua carriera". Ciliegina sulla torta: Samuel Eto'o: "Se non fosse venuto all'Inter, non avremmo mai vinto la Champions. Prima di lui c'era Ibra: ha giocato in tutti i più importanti e non ha mai vintola coppa. Un motivo ci sarà". 

In panchina, neanche a dirlo: squadra affidata a José Mourinho: "Quando arrivò, qualcuno pronosticò: Materazzi va via. Lui mi fermò il primo giorno e disse: 'Tu resti qua'".

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Sezione: Focus / Data: Sab 11 febbraio 2023 alle 13:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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