Di nuovo a San Siro, questa volta da tecnico dello Shakhtar. Roberto De Zerbi è tornato Italia, con l'obiettivo di portare a casa punti importanti contro l'Inter, avversaria nella quinta sfida del girone D di Champions League. Ecco le sue parole in conferenza stampa:
Che partita si aspetta? E perché non siete riusciti ancora a vincere in Champions?
"Partita difficile per tante ragioni, affrontiamo una squadra forte, in salute, con giocatori forti che si conoscono da tanto, in uno stadio dove ci sarà tanto entusiasmo come domenica scorsa. Vogliamo fare la nostra partita e fare i punti che mantengono accesa la speranza quantomeno di arrivare terzi: la matematica ci dà questa possibilità, cercheremo di fare di tutto e di più. Fino a qua non abbiamo vinto perché non ce lo siamo meritato, anche se abbiamo fatto sempre buone partite, a partire da quella con lo Sheriff dopo abbiamo perso concedendo due tiri in porta. Poi ci sta di non vincere con Inter e Real perché sono superiori a noi".
Che differenze ci saranno rispetto all'andata?
"Domani non ci saranno Alan Patrick e Ismaily, vediamo se recuperiamo Stepanenko che è in forte dubbio. Le caratteristiche cambiano senza questi tre giocatori, saremo più giovani sicuramente. L'identità rimarrà invariata, la stessa di sempre: cercheremo di fare la partita. Ho deciso poco dell'11 iniziale, vediamo tra stasera e domani mattina".
Come sta Pedrinho?
"E' entrato sabato, ha fatto mezzora, chiaramente non era brillante però sta bene. Vediamo se farlo partire dall'inizio, ma il fatto che non abbia male alla caviglia è una buona notizia. Sudakov è un altro giocatore importante che ci manca, ma abbiamo quelli per fare una grande partita".
Sentite la pressione?
"No, onestamente non la sento la pressione. Anzi, io la sento sempre, in campionato e in Champions. Chi fa questo mestiere sa che la pressione è un elemento col quale devi sapere convivere. In Champions ancora di più perché il girone dura sei partite, quelle di ritorno sono da dentro o fuori".
Abbiamo visto tanti allenatori espulsi, secondo te come si spiega questo fenomeno?
"Io in Italia ho fatto cinque anni di Serie A senza essere mai espulso, è capitato domenica e avevo dei motivi per essere nervoso. Io rispondo per me, è stato un caso; se poi mi chiedete se vivo le partite con passione dico di sì, ma non è un difetto. Se mi togliete la passione, mi togliete quasi tutto".
Oggi Inzaghi ha detto che lo Shakhtar assomiglia a Napoli e Sassuolo, cosa voleva dire?
"Nel calcio non ci sono tanti segreti, l'Inter ha battuto una grande come il Napoli facendo una grande partita. Non so quanto possiamo assomigliare al Napoli, noi abbiamo giocatori diversi, più giovani; non possiamo fare troppe analogie. Vedremo domani come va la partita".
Lei, all'andata, disse che vedeva un'Inter più consapevole, è il momento peggior per affrontarla?
"Io mi sono limitato a dare un giudizio da esterno, credo che la gara col Napoli sia una conferma di quello che pensavo prima. Ha ribaltato la partita con forza e mentalità, credo che il percorso fatto negli anni sia stato determinante per acquisire questa mentalità vincente. Noi dobbiamo tornare a vincere in Ucraina, poi possiamo pensare di fare la Champions meglio di adesso. Le cose vanno messe in ordine, ma domani non saremo vittime: cercheremo di fare la partita come fatto all'andata e al ritorno col Madrid e in casa con l'Inter, cercando di concretizzare le occasioni che ci capitano".
La più grande differenza tra l'Inter di Conte e quella di Inzaghi?
"Non è compito mio dirlo, non rispondo mai volentieri a queste domande. Però credo che Inzaghi stia facendo molto bene, non era scontato. L'Inter era allenata e costruita bene, ma mantenere gli stessi standard è sempre complicato e in campionato l'ha dimostrato con Milan e Napoli, oltre che in Champions League con il Real".
Che partita si aspetta? E perché non siete riusciti ancora a vincere in Champions?
"Partita difficile per tante ragioni, affrontiamo una squadra forte, in salute, con giocatori forti che si conoscono da tanto, in uno stadio dove ci sarà tanto entusiasmo come domenica scorsa. Vogliamo fare la nostra partita e fare i punti che mantengono accesa la speranza quantomeno di arrivare terzi: la matematica ci dà questa possibilità, cercheremo di fare di tutto e di più. Fino a qua non abbiamo vinto perché non ce lo siamo meritato, anche se abbiamo fatto sempre buone partite, a partire da quella con lo Sheriff dopo abbiamo perso concedendo due tiri in porta. Poi ci sta di non vincere con Inter e Real perché sono superiori a noi".
Che differenze ci saranno rispetto all'andata?
"Domani non ci saranno Alan Patrick e Ismaily, vediamo se recuperiamo Stepanenko che è in forte dubbio. Le caratteristiche cambiano senza questi tre giocatori, saremo più giovani sicuramente. L'identità rimarrà invariata, la stessa di sempre: cercheremo di fare la partita. Ho deciso poco dell'11 iniziale, vediamo tra stasera e domani mattina".
Come sta Pedrinho?
"E' entrato sabato, ha fatto mezzora, chiaramente non era brillante però sta bene. Vediamo se farlo partire dall'inizio, ma il fatto che non abbia male alla caviglia è una buona notizia. Sudakov è un altro giocatore importante che ci manca, ma abbiamo quelli per fare una grande partita".
Sentite la pressione?
"No, onestamente non la sento la pressione. Anzi, io la sento sempre, in campionato e in Champions. Chi fa questo mestiere sa che la pressione è un elemento col quale devi sapere convivere. In Champions ancora di più perché il girone dura sei partite, quelle di ritorno sono da dentro o fuori".
Abbiamo visto tanti allenatori espulsi, secondo te come si spiega questo fenomeno?
"Io in Italia ho fatto cinque anni di Serie A senza essere mai espulso, è capitato domenica e avevo dei motivi per essere nervoso. Io rispondo per me, è stato un caso; se poi mi chiedete se vivo le partite con passione dico di sì, ma non è un difetto. Se mi togliete la passione, mi togliete quasi tutto".
Oggi Inzaghi ha detto che lo Shakhtar assomiglia a Napoli e Sassuolo, cosa voleva dire?
"Nel calcio non ci sono tanti segreti, l'Inter ha battuto una grande come il Napoli facendo una grande partita. Non so quanto possiamo assomigliare al Napoli, noi abbiamo giocatori diversi, più giovani; non possiamo fare troppe analogie. Vedremo domani come va la partita".
Lei, all'andata, disse che vedeva un'Inter più consapevole, è il momento peggior per affrontarla?
"Io mi sono limitato a dare un giudizio da esterno, credo che la gara col Napoli sia una conferma di quello che pensavo prima. Ha ribaltato la partita con forza e mentalità, credo che il percorso fatto negli anni sia stato determinante per acquisire questa mentalità vincente. Noi dobbiamo tornare a vincere in Ucraina, poi possiamo pensare di fare la Champions meglio di adesso. Le cose vanno messe in ordine, ma domani non saremo vittime: cercheremo di fare la partita come fatto all'andata e al ritorno col Madrid e in casa con l'Inter, cercando di concretizzare le occasioni che ci capitano".
La più grande differenza tra l'Inter di Conte e quella di Inzaghi?
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