"La scelta della Roma? In questa fase della carriera avevo bisogno di stabilità, sentivo che qualcosa in me era cambiato. Prima volevo e dovevo arrivare, fare, spostarmi, vivevo uno stato di costante irrequietezza. Ero in un posto, facevo il mio lavoro, vincevo e mi spingevo oltre, volevo andare a vincere da un’altra parte". Così José Mourinho, nella lunga intervista esclusiva rilasciata al Corriere dello Sport.

"Real, Inter, United, Chelsea due volte, a quei livelli il profilo è molto, molto chiaro. Gli investimenti, la storia del club, gli obiettivi tutti altissimi : arrivi per vincere e vincere subito. Quando ho firmato con la Roma sapevo perfettamente a cosa andavo incontro", ha aggiunto lo Special One. 

Cosa hanno capito di te i tifosi della Roma? L’adesione a Mourinho è pazzesca.
"Hanno capito quello che gli altri tifosi delle mie squadre avevano capito. Soltanto al Tottenham non ho provato le stesse sensazioni, non c’è stata empatia, ma era il periodo del covid, lo stadio era vuoto. Impossibile creare un rapporto. I tifosi della Roma hanno capito una cosa molto, molto semplice: quando arrivo in un posto, indosso quella maglia e non la tolgo più per tutto il giorno, mi manca giusto il pigiama, cerco di capire il pubblico, le sue idiosincrasie, le sue debolezze, la sua forza, quello che può piacergli, c he è importante e divento uno di loro. Per strada l’interista mi saluta sempre con gioia, il madridista pure, in Algarve il nostro albergo era pieno di inglesi del Chelsea. Mi hanno rotto i coglioni (sorride, ndr) tutti i giorni, legend, legend , legend, foto, autografi. Poi ho trovato un messicano tifoso del Real, stesso trattamento. A Roma entro nel terzo anno, non è una cosa che ho fatto spesso". 

Il rapporto con Tiago Pinto.
"Gli do del lei, del direttore , e mi restituisce il lei, per lui sono il mister. Non siamo sempre d’accordo, questo no. Lui ha un rapporto più diretto e costante con la società, perché fa parte del suo lavoro. Per tornare a tantissimo tempo fa, quando Dzeko andò via, fu durissima da accettare, una disgrazia. Tammy si è infortunato il 5 giugno, stiamo parlando di 63, 64 giorni e per me c’è un nome, ce n è uno, perché io di solito sono molto obiettivo e pragmatico, ce n’ è uno, ma non è possibile prenderlo , così mi è stato detto". 

Sezione: Focus / Data: Lun 07 agosto 2023 alle 10:55
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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