Beppe Sala, sindaco di Milano, avvierà a breve il 'dibattito pubblico' sul nuovo San Siro, una procedura prevista dalla legge nazionale e obbligatoria per le opere superiori ai 300 milioni, dalla quale dovrebbero emergere delle linee di indirizzo precise da seguire. Intanto, Milan e Inter chiedono almeno un ok sul masterplan, per far partire l’eventuale progetto esecutivo al costo di 20 milioni di euro, troppi senza la certezza di realizzazione. Dal canto suo, il Comune fa filtrare la volontà di stringere i tempi: tutto potrebbe esaurirsi in otto mesi circa, senza arrivare ai dodici che sono il massimo per legge. Così stando le cose, si conserverebbero quindi buone chance di avviare i lavori nel 2023.

Un iter comunque lungo dopo la tanto attesa dichiarazione di pubblica utilità: ad esempio, si legge sulla Gazzetta dello Sport, ha preso corpo la possibilità che tra settembre e ottobre si tenga un referendum comunale sul tema. La scadenza per la presentazione delle firme è il 5 marzo e, perché sia valido, dovrà andare a votare il 50% più uno degli elettori delle ultime comunali (250mila circa). Anche se basterebbe il dibattito pubblico a “sterilizzare” nei fatti il referendum. "In questo scenario, però, non è casuale che i due club siano vicini alla nomina di Beppe Bonomi come coordinatore del progetto: il manager che dovrebbe trasformare la Cattedrale da disegno in realtà è proprio quello che ha gestito la trasformazione delle ex Falck a Sesto", chiosa la rosea

Sezione: Focus / Data: Lun 28 febbraio 2022 alle 08:30
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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