Luciano Spalletti lotta e non molla l'Inter. Il tecnico nerazzurro, ieri in conferenza stampa, ha in qualche modo rivendicato la sua panchina e non accetta speculazioni. "Per carità, certo che contano i numeri. Il terzo posto, fino a prova contraria, darebbe automaticamente la certezza di aver migliorato la posizione della stagione scorsa. E magari lì a fianco c’è pure un altro obiettivo: inseguire la stessa quota di un anno fa, i 72 punti raggiunti all’ultimo tuffo all’Olimpico - spiega la Gazzetta dello Sport -. Per ripetersi a Spalletti servono 5 vittorie nelle prossime 7 partite, a partire da Frosinone: traguardo ambizioso, ma non impossibile. Spalletti sente di essere uscito rafforzato da 4 mesi in cui all’Inter è accaduto di tutto, dal caso Nainggolan fino a quello Icardi. E certamente in una valutazione complessiva non può non entrare anche l’aspetto economico, ovvero quei 25 milioni di euro lordi che costerebbe all’Inter – al netto di eventuali transazioni – un esonero".

"Ma il discorso va persino oltre. Perché se è vero che il club uscirà dal primo luglio dal settlement agreement, è altrettanto vero che sarebbe un’illusione per i tifosi dipingere uno scenario in cui l’Inter sarà in grado già dal prossimo anno di lanciare un attacco alla pari alla Juve - sottolinea la rosea -. Si ragiona in termini economici, poi è ovvio che il campo potrà smentire tutto, semmai mostrare un’accelerata improvvisa. Ma Steven Zhang, formalmente e informalmente, ha sempre parlato di progetto vincente (al netto del discorso coppe, ovvio) su base pluriennale. Alla società servono ancora mesi di avvicinamento al vertice, anche in considerazione di un fair play finanziario che comunque continuerà a porre dei paletti – come per tutti, del resto – sugli investimenti. Ecco perché un tecnico in grado di proseguire il processo di crescita impostato nelle ultime due stagioni sarebbe la scelta forse più razionale. È su questo che in fondo si ragiona all’Inter, in queste settimane. C’è chi è portato a intravedere dietro questi pensieri la figura di Maurizio Sarri, il cui addio al Chelsea però è tutt’altro che scontato. Ma si sbaglierebbe nel tagliare fuori dai discorsi chi quel processo l’ha portato avanti, nelle ultime due stagioni".

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Sezione: Focus / Data: Dom 14 aprile 2019 alle 08:25 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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