Durante la lezione alla Cattolica sul calcio estero televisivo, per conto di Fox Sports, Hernan Crespo ha parlato di vari argomenti e le sue testimonianze sono sempre molto interessanti. Eccole raccolte dall'inviato di FcInterNews.it presso l'Ateneo milanese. Si parte dall'ex compagno di squadra Balotelli: "Ci sono tre doti per fare il calciatore. Una è la gamba, l'altra il cuore e poi la testa, così riesci a emergere. Gli mancano degli ingredienti, lo definiscono talento sprecato perché è enorme, manca un pochino di testa. Essere grandi campioni non significa solo fare gol, ma anche quello che dici e pensi. Chi sta attorno aiuta? Sei famoso, qualunque cosa fai viene vista da milioni di persone. Tutti fanno cazzate, certe volte si esagera, ma non sempre si viene a sapere. Qui ti giudicano migliaia di persone. La pressione che ti dà sapere che commenteranno il tuo errore non è semplice".

Crespo, con la maglia del Milan, è stato tra i calciatori in campo a Istanbul nella finale di Champions persa contro il Liverpool: "Cosa provo? Quando ero piccolo vedevo il Milan degli olandesi, quando ho avuto la possibilità di giocarci in una finale, dopo una doppietta mi ricordo che all'intervallo mi tremavano le gambe, era troppo bello per essere vero. Non è bello solo arrivare in finale, ma essere protagonista, ero orgoglioso. Pregavo che passasse in fretta la ripresa, ma è successo tutto in sei minuti, è stato il destino. Dopo volevo smettere, non mi sembrava giusto, credevo fosse impossibile. Era una giornata in cui mi veniva tutto facile, quando ti accorgi che non è bastato è terribile".

Poi, alcune valutazioni personali: "Quali sono gli attaccanti migliori con cui ho fatto coppia? Gli attaccanti sono tutti prime donne, di solito ti studiano. L'uunico ad aprirmi le porte e accogliermi subito è stato Christian Vieri". Su Calciopoli: "La sensazione è orrenda. Poi decide la giustizia. Mi ha fatto male, se è vero è una truffa clamorosa a noi e alla gente. Si parlava di partite che ho giocato, e magari non mi era concesso un rigore. Sono felice però che non abbia condizionato la mia carriera. Invece ad altri è cambiata, una truffa clamorosa. Una situazione che mi ha fatto schifo, ma bisogna vedere la giustizia. Quando me lo hanno detto ero al Chelsea e ho avuto una riunione con Abramovich, Mourinho e Kenyon, volevano prolungarmi il contratto ma io volevo tornare in Italia. Ho deciso di tornare, mi sentivo un po' un eroe, per cambiare le cose, ho giocato all'Inter per dare una immagine pulita dello sport".

Sezione: Focus / Data: Mer 02 aprile 2014 alle 14:12 / Fonte: Dall'inviato Luca Pessina
Autore: Redazione FcInterNews.it
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