"Il destino? Non ci credo, per me è solo una possibilità. Ho vinto tanto, ma sarei potuto essere un top, sarei potuto restare all'Inter da protagonista o vincere lo scudetto con la Roma o andare al Mondiale in Brasile". Lo dice Nicolas Burdisso, ex centrale nerazzurro e oggi al Genoa. Proprio i rossoblu sono i prossimi avversari dell'Inter: "Noi un po' in crisi? Ma possiamo vincere lo stesso. Abbiamo gente in gamba come Izzo, Rincon e poi c'è Perotti che mi ricorda Figo, per non parlare di Perin", spiega il difensore argentino.

Chi vede meglio tra le big?
"L'Inter ha più carattere, la Roma più tecnica, ma il Napoli ha entrambe le cose. La Fiorentina, invece, credo sia un gradino sotto".

Con Gasperini parlate mai dell'Inter? 
"Certo. E' stato sottovalutato, invece lui è un estremista, un rivoluzionario. Non gli hanno dato supporto".

Messi a parte, il più forte con cui ha giocato è?
"L'Adriano dell'Inter: era indescrivibile. Si è perso perché era troppo buono".

Differenze tra Roma e Milano?
"A Roma sembrava che quando si allenavano ti facevano un favore. Ricordo che Spalletti e Montella impazzivano di rabbia. Vincenzo usava i gps e alla fine diceva: 'Avete lavorato in modo imbarazzante'. All'Inter, invece, ogni giorno era una guerra. Si lottava per il posto in squadra e tutti volevano sempre vincere. Giocando così contro i campioni in allenamento si cresce".

Lei ha vissuto Calciopoli.
"E sono rimasto deluso. Dopo che era stata scoperchiata la pentola, sarebbe stato il momento giusto per farsi domande e invece, vinto il Mondiale, non è cambiato nulla. Ad un certo punto sembrava che i colpevoli fossimo noi dell'Inter, invece di vedere cosa era successo. C'era un lavoro scientifico: non il rigore contro, ma ammonizioni, falli. E alla Juve ancora espongono gli scudetti revocati: segno che non accettano di avere sbagliato".

 

Sezione: Focus / Data: Ven 04 dicembre 2015 alle 09:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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