Nella giornata di venerdì scorso all'Inter è stata comminata la tanto attesa sanzione per non aver rispettato i parametri del Fair Play Finanziario imposto dalla UEFA e, per capire quali potrebbero essere i risvolti di questa multa sul mercato dei nerazzurri, e non solo, FcInterNews.it ha contattato Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 ore esperto di calcio e business che ha spiegato in questi termini la sanzione imposta all'Inter.

Alla luce della multa i tifosi dell'Inter devono essere sollevati o preoccupati per il futuro?
"L'interesse della UEFA non è quello di creare ancora più difficoltà ai club che sono oggettivamente in una situazione economica non semplice. Si è per questo scelto un percorso di compresso per far sì che UEFA e società possano concordare insieme un percorso di rientro nell'equilibrio economico-finanziario per pareggiare i conti in un periodo ragionevole affinché i club possano sia risanarsi che rafforzarsi. In quest'ottica le multe comminate ad Inter e Roma sono molto basse e prevedono appunto una quota maggioritaria sottoposta ad una condizione, ossia che il club rispetti il piano di rientro concordato. Se la UEFA avesse assunto un altro atteggiamento avrebbe applicato le sanzioni sullo stile del Manchester City, ma questo avrebbe avuto effetti deleteri sulle politiche di bilancio dei club". 

Qual è l'aspetto della multa più difficile da rispettare per l'Inter?
"La sanzione deve essere intesa come un elemento marginale del patteggiamento fatto dall'Inter con la UEFA. Gli elementi essenziali riguardano il bilancio, quindi l'obbligo di ridurre il deficit nei prossimi due anni a 30 milioni di euro e di arrivare al pareggio di bilancio in seguito Questo imporrà delle nuove politiche dal lato delle entrate, dove si deve cercare di aumentare i ricavi, che è poi quello che ha sempre indicato Thohir, e una maggiore attenzione ai costi di gestione della squadra che dovranno essere ridotti per portare al pareggio di bilancio nei prossimi tre anni. L'altro aspetto fondamentale è quello del calciomercato: nelle prescrizioni dell'organo contabile della UEFA ci sono delle indicazioni in merito agli ammortamenti che vanno lette come un'esortazione a condurre una campagna acquisti che preveda una sorta di pareggio fra entrate e uscite e un'attenzione a non comprare giocatori troppo costosi, sia a livello di cartellino che di stipendio. Il riferimento agli ammortamenti, difatti, è al costo del cartellino che deve essere spalmato su più anni e quindi questo elemento trascurato dai club nei costi di gestioni è un elemento che la UEFA ha voluto sottolineare. Bisognerà gestire il calciomercato senza aumentare gli ammortamenti, quindi senza spendere troppo per i cartellini dei giocatori, e senza aumentare il costo degli stipendi per non aumentare la soglia concordata al momento della sanzione. Il mercato sarà gestito in piena autonomia, ma dovrà avere dei paletti. Il tutto dovrebbe indurre a contemperare le entrate e le uscite, ma ciò non significa che non possa arrivare un giocatore come Yaya Touré".

Proprio con riferimento a Touré, quali sarebbero i pro e i contro di una tale operazione?
"Touré può essere un acquisto compatibile a queste prescrizioni nel momento in cui il cartellino non superi i 30 milioni di euro e a patto che l'ingaggio sia compatibile con gli equilibri di bilancio di cui abbiamo parlato. Questo, ovviamente, deve essere compensato ed equilibrato da cessioni che permettono di mantenere basso il monte ingaggi. I tifosi dell'Inter si possono aspettare una campagna di rafforzamento del club, ma questa sarà fatta acquistando giocatori funzionali al progetto, che non richiedano spese eccessive e che siano finanziati da cessioni ugualmente remunerative. Non ci si deve aspettare spese folli o investimenti milionari perché, oltre che non essere nelle idee di Thohir, si andrebbe contro alle prescrizioni della UEFA che aprono un monitoraggio annuale da parte dell'organo europeo che può erogare altre multe nel caso questi parametri non vengano rispettati. Chiaramente i pro legati a Touré sono legati a un cartellino non troppo elevato e a un ingaggio che può essere spalmato. Oltre a quelli sportivi, i vantaggi sarebbero legati al merchandising che un giocatore come l'ivoriano è in grado di avere in giro per il mondo e soprattutto in Asia dove la Premier League è molto seguita. Sarebbe un'operazione molto intelligente. Gli svantaggi sono legati all'età del giocatore e alla poca futuribilità di Touré nel progetto Inter, ma questo svantaggio può essere eliminato se al suo fianco vengono inseriti dei giovani a basso costo che possono crescere insieme a lui".

In conlusione, meglio andare in Europa League o non qualificarsi per concentrarsi sulle tournée asiatiche?
"Secondo me le cose non sono in alternativa perché i club internazionali da anni fanno tournée all'estero per lanciare o rilanciare il proprio brand e ciò non di meno fanno le coppe europee, per cui direi che l'ideale sarebbe coniugare le due cose, dato che non sarebbero poi del tutto impossibili da conciliare. Andranno coniugate perché il rilancio del brand si basa sulla presenza dell'Inter in questi mercati sia sulla presenza in Europa League che avrà anche un montepremi più ricco, di circa 400 milioni di euro. L'Inter deve fare questo sforzo anche perché il piano concordato con Nyon prevede la partecipazione dei nerazzurri almeno all'Europa League e questa partecipazione renderebbe più credibile il piano di rientro e più sereni i giudici della UEFA, che altrimenti alla prossima verifica potrebbero avanzare contestazioni importanti nel caso in cui la squadra non si dovessero qualificare alla competizione europea".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 13 maggio 2015 alle 22:27
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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