Doveva essere un'operazione rapida, stando alle parole di Ausilio prima e Marotta poi, invece ha assunto i contorni di una Spy Story più che di una telenovela. Tra accordi verbali poco chiari, timidi rilanci, reazioni social di pancia, dichiarazioni ambigue e assenze ingiustificate sul posto di lavoro (sempre stigmatizzabili) e sparizioni improvvise, la vicenda Lookman sta raggiungendo livelli che rasentano il grottesco. Ad oggi non è chiaro come andrà a finire, è chiaro invece che l'Inter abbia sottovalutato l'evolversi di questa situazione, forse illusa dalle parole degli agenti che avevano prospettato ben altro contesto dopo aver stuzzicato il palato offrendo un giocatore di cotanta portata. In attesa di capire se un rilancio verso i 50 milioni salverà la faccia a tutti, scenario tra l'altro più che sensato in questo momento, armati di sano ottimismo si può provare a capire cosa vorrebbe dire l'arrivo del nigeriano a Milano.

Lookman è un giocatore in grado di aprire le difese, sa benissimo cosa fare quando ha il pallone tra i piedi e tra gol e assist ha dimostrato in questi tre anni di essere un top in Serie A, con ottime performance anche in Europa (una tripletta in finale possono raccontarla in pochi). Partendo da questo assunto, è naturale che l'Inter stia tenendo duro per regalarlo a Chivu. Il quale poi dovrà trovargli una collocazione tattica. Il pensiero va subito al 3-4-2-1 (l'allenatore non ama questo genere di letture numeriche, ma da qualcosa bisognerà pur partire), intravisto nella ripresa dell'amichevole contro l'U23 con Zalewski e Thuram dietro Esposito. Lì, come con Gasperini, Ademola ha devastato parecchie difese da sotto punta partendo da sinistra. 

Ma chi potrebbe essere l'altra metà della luna, partendo da destra? In un mondo perfetto dovrebbe essere un giocatore mancino, in grado di accentrarsi e calciare in porta. Però, in tutta franchezza, nella rosa dell'Inter non c'è (Valentin quest'anno farà le fortune del Genoa). Bisogna poi parallelamente da trovare un posto a Thuram, quindi facendo 1+1 sarà lui ad adattarsi in una posizione che non ha frequentato spesso in carriera, arretrando rispetto alle zolle calpestate da classico numero 9 che è diventato in nerazzurro. Lo farà? E lo farà con piacere? Snaturarsi val bene un posto da titolare, l'importante è che l'atteggiamento sia positivo e propositivo sempre. E il francese ultimamente non è che abbia brillato in tal senso... 

La soluzione tattica però potrebbe essere più scontata di qualsiasi altra idea azzeccagarbugliesca: il classico e mai fuori moda 3-5-2, almeno di partenza. Vantaggi? In primis, la conferma dei codici difensivi, con specialisti del sistema al loro posto. In secondo luogo, maggiore protezione a centrocampo con tre interpreti, di cui uno a turno con licenza di aggredire gli spazi vestendosi da trequartista. In terzo luogo, un parco attaccanti composto da cinque giocatori di alto livello di manciniana memoria, miglior antidoto a fasi di down, squalifiche e infortuni. E tutti sappiamo quanto, soprattutto in quest'ultimo aspetto, la squadra abbia pagato dazio la scorsa stagione.

Poi è chiaro, massima fiducia in Chivu che ha sicuramente le idee più chiare di chiunque ne possa argomentare, compreso il sottoscritto. E grande curiosità sull'Inter che vedremo anche dal punto di vista prettamente tattico, al di là di aggressività, verticalità e velocità di manovra. Poi che si giochi con due o tre punte conterà soprattutto l'atteggiamento della squadra sul rettangolo di gioco. A prescindere dall'arrivo di Lookman o chi per lui. E comunque, alla fine della fiera, la soluzione tattica ce la offre su un piatto d'argento uno che di attaccanti se ne intende: "Sono quelli scarsi che non possono giocare insieme", cit. Bobo Vieri.

Amen.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 06 agosto 2025 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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