Già nascere da una costola sbagliata e decidere di essere dissidenti rispetto all'idea originale, ha significato un DNA permeato da carattere e personalità. L'Inter nata al ristorante 'l'Orologio', ai piedi del Duomo, nel sacro 9 marzo 1908, non si è mai accontentata di un vivere tranquillo e magari noioso. Stilosa, talentuosa, affascinante, contraddittoria, addirittura pazza come raccontava l'inno che invitava ad amarla.

Fortunatamente da qualche anno la Beneamata si è riscoperta vincente dopo troppe stagioni, post Triplete, anonime. Gli ultimi dieci anni sono stati contraddistinti da ben quattro cambi di proprietà. Traumatica per il popolo nerazzurro la fine dell'era Moratti, solo il nome significava e ancora significa Inter. Il Presidente, milanese, figlio di Angelo, primo tifoso della squadra, che investiva solo per il tentativo di vincere e rendere felice la gente. Zero business, gestione antica dei conti della società, amore sviscerato per i giocatori che con lui hanno sempre guadagnato tantissimo, spesso però non rendendo come avrebbe imposto l'ingaggio percepito. Politica, questa, che mal si sposava con l'evoluzione del calcio in relazione all'alta finanza nel mondo.

Nel 2013 la cessione dell'amata creatura all'indonesiamo Erik Thohir ha iniziato a rivoluzionare il mondo Inter. In società, l'inglese come prima lingua parlata, risanamento dei conti come primo comandamento. Complici anche acquisti non propriamente da prima pagina, l'Inter di Thohir ha galleggiato tra il quarto e l'ottavo posto, mentre il tifoso nerazzurro pensava sempre di poter vincere il campionato prima dell'inizio di ogni stagione.

Nel 2016 la svolta cinese, già tentata senza successo anni prima da Moratti. La voglia del grande Paese asiatico di emergere anche nel calcio aveva facilitato l'ascesa del potente gruppo Suning, con la famiglia Zhang che rilevava così le quote di maggioranza di uno dei più conosciuti club al mondo. Poi, a breve giro di posta, il dietrofront del governo, i conseguenti problemi finanziari, ma anche la bravura nello scegliere allenatori e management vincenti. Il resto è storia, con la già ricca bacheca che si riempie di due scudetti, due Coppe Italia, tre Supercoppe e la disputa di due finali europee.

Da tre giorni l'Inter è in mano al fondo americano Oaktree, la scritta Suning scomparirà presto dalla Pinetina, ma la squadra dirigenziale formata da campioni assoluti è rimasta immutata. Con la voglia di continuare a vincere o tentare di farlo, mentre la nuova proprietà cercherà di proseguire l'impegnativa prova di risanamento finanziario ed economico del club, prima di una probabile fruttuosa cessione come impone il vero core business di un Fondo.

Il valore dell'Inter che ha conquistato due scudetti nelle ultime quattro stagioni è aumentato a dismisura. Il valore dei calciatori che indossano la maglia nerazzurra, anche. C'è sincero senso di appartenenza all'Inter, ma i giocatori sono professionisti che si affidano ai procuratori per cercare di monetizzare al massimo una carriera che dura poco rispetto ai comuni mortali.

Tra molti tifosi nerazzurri c'è apprensione per il rinnovo di contratto di Lautaro Martinez, il capocannoniere del trionfale campionato quasi concluso e capitano della squadra. L'attuale accordo scadrà nel 2026, ma è già in corso una normale trattativa fra le parti. Il giocatore chiede di restare nerazzurro con un salario che lui ritiene in linea con il mercato e il suo valore. L'Inter ascolta e ribatte proponendo cifre comunque importanti, che però tengano giustamente conto della sostenibilità del club. Probabilmente la questione non si risolverà prestissimo anche per ragioni squisitamente tecniche dopo il cambio di proprietà. Ma non credo che chi ha appena festeggiato e stia ancora festeggiando uno scudetto, debba dormire preoccupato.

L'Inter è più grande di qualsiasi cosa, tutti sono importanti, ma nessuno è indispensabile. Solo i tifosi lo sono perché senza di loro non esisterebbe il giocattolo. Lautaro lo sa, proprio perché vuole sinceramente bene all'Inter. Dove non ci si annoia mai. Ma proprio mai.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 maggio 2024 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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