Sassolini che pesano. Come macigni. L'Inter se li sta togliendo dalla scarpa partita dopo partita. Vittoria dopo vittoria. Con quella di ieri sono 5 consecutive, solo vittorie da quando Stramaccioni ha virato sulla difesa a tre. L'Inter ha forza, consapevolezza nei propri mezzi e ampi margini di miglioramento. Il 2-0 al Catania è un segnale importante, dà fiducia alla squadra. Il tabù San Siro, ora, è solo un ricordo. Le magie di Cassano invece sono ancora bene impresse nella memoria. 5 gol, 2 assist: il bottino di FantAntonio cresce, il super-bonus si avvicina. E c'era chi dubitava del suo acquisto, che si è rivelato già un successo, una scommessa vinta. Comunque vada a finire. Ma Cassano più 7,5 per Pazzini era un'offerta impossibile da rifiutare, un affare che sta facendo sorridere l'Inter. E piangere il Milan, in zona retrocessione.

E' tornato Palacio, finalmente. Un gol (bellissimo), tanto movimento, tanti ruoli. Parte da seconda, poi si ritrova esterno sinistro. Sarà utile, darà un contributo fondamentale in termini di gol finché non tornerà il vero Milito. C'era già chi stava iniziando a criticarlo, ma Rodri ha risposto nel migliore dei modi. Non sarà giovanissimo, come giovane non è Gaby Mudingayi. In tanti lo hanno criticato, ma  in campo ha fatto vedere il suo valore. E' un mediano affidabile, fa il suo compito e recupera palloni. Non un fenomeno, non un acquisto in prospettiva: solamente un'operazione intelligente a 750 mila euro per un'alternativa utile a centrocampo. Non più giovani anche Cambiasso e Zanetti, anzi, erano considerati dei giocatori 'finiti'. Ma anche con loro l'Inter sta macinando punti, devono solo essere utilizzati con intelligenza e gestiti bene. E soprattutto messi in condizione di giocare bene da una squadra che gira.

Scelte azzeccate. Come la decisione di puntare su Ranocchia, in una forma mostruosa ormai da quasi due mesi. Oppure di non cedere in prestito Juan, diventato una colonna difensiva dell'Inter. Scommesse vinte, affari come Samir Handanovic, che non sta facendo rimpiangere un mostro sacro come Julio Cesar. Non solo per le parate, anche per la calma e la i suoi modi di fare tranquilli. L'Inter vince, è terza e ha il vento in poppa. Ma non deve fermarsi, non deve pensare a niente. Giornata dopo giornata, allenamento dopo allenamento: solo così si può lottare per arrivare in alto. Con Stramaccioni, atteso al varco da tutti ma che continua a stupire. Con idee innovative, coraggio e tanti moduli e duttilità. Dopo il Siena era 'sulla graticola', ora è 11 punti sopra il Milan. Questione di punti di vista.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 ottobre 2012 alle 00:01
Autore: Guglielmo Cannavale / Twitter: @guglicannavale
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