Seconda amichevole ufficiale per l'Inter di Simone Inzaghi che un qualche ora fa è scesa in campo contro il Monaco, Che qualche ora fa ha affrontato il Monaco al Paolo Mazza di Ferrara. Questa volta è arrivato un pareggio per 2-2 in rimonta dove i nerazzurri hanno inizialmente pagato una notevole differenza di condizione tecnica e atletica rispetto ad un avversario che ha alle spalle molti più giorni di preparazione e che sospinto dalle folate di Ben Yedder ha messo all'angolo per diversi minuti un'Inter impacciata, che però ha saputo reagire a dovere, riuscendo a recuperare il risultato con le reti di Roberto Gagliardini e Kristjan Asllani e nel complesso meritando anche qualcosa di più nel finale. Per la soddisfazione di Simone Inzaghi.

Alla 'trasferta' di Ferrara Simone Inzaghi si presenta con un gruppo orfano dei vari Milan Skriniar, Alexis Sanchez e Andrea Pinamonti, gli assenti di spicco in questa seconda apparizione pre-season, su tutti i più 'sotto osservazione' per via delle questioni di mercato strettamente connesse. La situazione che riguarda i tre sopraccitati è diversa ma dal leit motiv comune, eccezion fatta per lo slovacco, la cui partenza è paradossalmente meno quotata rispetto agli altri due. Per l'ex Samp infatti il diktat è chiaro: "Senza un'offerta congrua non si muove". L'eventuale cessione del 37 interista sarebbe un sacrificio dal magone in gola; per Marotta, Ausilio e Baccin quanto per Simone Inzaghi che non farebbe mai a meno del suo pilastro difensivo. Ma il mercato ha regole che il sentimento sconosce ma è costretto ad accettare: così come lo scorso anno per Hakimi e Lukaku, anche quest'anno l'eventuale addio a Milan Skriniar sarebbe motivato esclusivamente da logiche economiche alle quali l'Inter come tanti altri club sono costretti ad applicare. Al netto dell'obbligata strategia volta alla sostenibilità, le regole del gioco hanno però potuto godere di una, seppur leggera, variazione rispetto al manuale d'istruzioni in vigore la scorsa sessione di calciomercato estivo tra i corridoi e i tavoli di Viale della Liberazione.

Se la cessione di Achraf Hakimi fu inevitabile e sotto effetto coercitivo, l'eventuale saluto a Skriniar sarebbe da annoverare a quel genere di operazioni che Marotta definirebbe 'opportunità' e che come tale non può permettersi di snobbare. Incassare una cifra sui 70 milioni di euro per un difensore centrale non è di sicuro una chance da scartare a priori, specie in casa Inter, dove i problemi di liquidità sono certamente diminuiti ma non definitivamente superati. L'autofinanziamento resta ancora l'articolo numero uno della costituzione sottoscritta in quel di Nanchino all'indomani della pandemia e non è un caso che anche quest'anno è stato stabilito il tetto minimo di utile da raggiungere entro la chiusura del bilancio. L'elasticità di tempistiche e l'abbassamento di quota testimoniano il buon lavoro fatto fino a questo momento, senza ovviamente dimenticare la doppia dolorosissima cessione della scorsa stagione che ne ha oliato il tutto. L'addio di Hakimi prima e Lukaku dopo hanno fruttato ai nerazzurri un cospicuo gruzzoletto che ha fatto respirare chi 'gestisce' i bilanci quanto chi di quei bilanci ne deve correlazionare competitività sportiva. Un salvifico allentamento di morsa che ha donato serenità pur non perdendo di vista accortezza e parsimonia. Ed ecco il nuovo copione, aggiornato al mercato 2022: tutti sono importanti, nessuno indispensabile e come tale nessuno (o quasi) è incedibile. Il tutto con tanto di 'però' davanti e il però che lo scorso anno non era facile pronunciare quest'anno è un'apostrofazione che alThe Corner si prendono il gusto di fare: nessuno o quasi è incedibile, ma solo dinnanzi a irrinunciabili offerte. Specie se trattasi di giocatori annoverabili a quel 'quasi'. Milan Skriniar è certamente uno di questi e non solo per un volere di Inzaghi ma anche degli stessi dirigenti che ai sentimentalismi sono costretti ad anteporre i calcoli.

Lo ha spiegato Marotta, lo ha ben compreso Luis Campos che con il dirigente varesino non sta avendo vita facile. Dalla Francia c'è chi sventola quasi di già la bandiera della vittoria, stendardo che dalle nostre parti non si è ancora così certi venga sciorinato. L'ottimismo non manca, con l'amara rassegnazione dei tifosi, ma alla stretta finale non è ancora disposto a giurarci nessuno. Senza il rilancio dei transalpini la permanenza dello slovacco non è un'ipotesi così surreale e al contrario c'è ancora qualche inguaribile sognatore che spera... in una permanenza del 'vichingo' (che significa nessun indebolimento) con l'aggiunta della tanto agognata pedina che porta il nome di Gleison Bremer. Binomio perfetto che accontenterebbe tutti, eccezion fatta di chi dovrà poi pensare a far quadrare i file excelle e le pec da inviare agli 'esattori'. A condire di ottimismo le speranze dei più romantici il movimento in uscita che i tre dirigenti del nono piano dell'HQ nerazzurro hanno innescato e chissà che proprio dai piani alti di uno dei tanti palazzi in vetro di Porta Nuova non venga estratto dal cilindro il colpo da maestro che ricucirebbe i milioni di cuori in procinto di rompersi. 

Numero piuttosto difficile per il prestigiatore Marotta che oltre all'eventuale imponente colpo di magia salva-Skrigno è chiamato a snodare almeno un altro paio di matasse. Dalla trattativa per il sopraccitato Bremer, all'uscita di Sanchez senza dimenticare il pupillo Dybala. In caso di mancata fumata bianca finale per l'argentino, a spezzarsi per primo sarebbe proprio il cuore del dirigente ex Juventus, un brivido che ne ha già percorso la schiena dell'ad interista, implorato qualche giorno fa dalla centinaia di tifosi accorsa sotto l'HQ Nike per la presentazione della nuova divisa per la stagione alle porte. "Marotta, portaci Dybala" era il coro più gettonato insieme a quello di "Skriniar non si tocca", una richiesta che il buon Beppe asseconderebbe più che volentieri come ben noto dalle cronache e altrettanto esplicato dai movimenti compiuti verso la Joya dallo stesso dirigente, tifoso numero uno della trattativa per l'attaccante ma primo degli oppositori in caso di complicato epilogo. Senza un'uscita nel reparto avanzato, l'arrivo dell'ex Juve e Palermo è pressappoco impossibile, e - come già più volte raccontato - la sola uscita di Alexis Sanchez potrebbe non bastare a far posto al classe '93. Costi opportunità alla mano prima di ogni cosa e la Joya rischia di trasformarsi in un grande maledetto rimpianto che l'Inter corre il rischio di commettere. 
 

Non riuscire ad arrivare a Dybala sarebbe anche un peccato nei confronti anche dei tifosi che ormai da settimane pregustano questo grande colpo, che lo hanno reclamato a gran voce anche dagli spalti del piccolo impianto emiliano una volta sopraggiunto Marotta, e che sono sì ben felici di godersi i lampi di un Asllani che si sta facendo già spazio nei loro cuori e che stanno iniziando anche a prendere in simpatia André Onana che ieri ha salvato il risultato con una grande parata su Minamino. L'entusiasmo è già ad altissimi livelli, perché non amplificarlo con quel carico di Joya in più?

Sezione: Editoriale / Data: Dom 17 luglio 2022 alle 00:04
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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