A 14 anni di distanza arriva un altro 22 maggio storico per l’Inter. Se in quel giorno del 2010 la squadra di Mourinho completava l’impresa del leggendario Triplete, nel 2024 porta invece il club nerazzurro al cambio di proprietà: dalla Cina si slitta Stati Uniti, il comando passa da Suning a Oaktree. Per Steven Zhang è scaduto il finanziamento da 275 milioni di euro (lievitato a quasi 400 con gli interessi) stipulato con il fondo d'investimenti californiano nel 2021: nelle prossime ore, probabilmente già oggi, arriverà il comunicato ufficiale. La Quercia è pronta all’iter burocratico di escussione del pegno delle quote di maggioranza della società e ad abbassare definitivamente il sipario sull’Era Suning, durata dal 6 giugno 2016 al 21 maggio 2024. 

Da quel brindisi tra Erick Thohir e Jindong Zhang son passati quasi otto anni. E con l’Inter sotto il controllo del gruppo di Nanchino sono arrivati sette trofei di cui due scudetti, con il più prestigioso della seconda stella a scrivere la parola ‘fine’ sul capitolo made in China. Un addio che sarebbe stato senz’altro più romantico nel caso in cui Zhang jr. avesse trovato un altro modo per separarsi dalla sua creatura - passata negli anni dal claim ‘A riveder le stelle’ e cucirsene due sul petto davanti ai cugini in un derby -, ma che invece è e sarà per sempre amaro per la modalità in cui si è consumato: una fredda escussione del pegno, come uno Yonghong Li qualsiasi. Il tutto mentre, dalla lontana Cina, festeggiava il 20° tricolore con videocall di complimenti a staff tecnico e dirigenza, dirette Instagram improvvisate per coccolare i suoi giocatori e repost di ringraziamento per ricambiare l'affetto ai tifosi. Troppo poco per Steven, che avrebbe meritato di godersi queste ultime boccate di interismo a Milano e a San Siro, davanti alla sua gente, prendendosi i meritati applausi per aver riportato il Biscione a comandare in Italia e ad essere protagonista in Europa. E dopo averla tirata fuori, prima con gli investimenti e poi con le intelligenti scelte dirigenziali, dalle sabbie mobili della metà classifica e dalla dolorosa lontananza dai palcoscenici più prestigiosi.

Però, c’è un però. Anzi, ce n’è più di uno. Ci sono degli errori che alla fine, inevitabilmente, costano caro. Quello più grande, probabilmente, è da ricercare nella discutibile gestione del finanziamento ricevuto proprio da Oaktree: la data della scadenza era nota dal momento della firma, la somma da versare nelle casse del fondo californiano pure. Perché non arrivare ad un compromesso, accettare le difficoltà economiche e uscire di scena prima del previsto, ma in altro modo? Perché ridursi all’ultimo a trovare un qualsiasi tipo di incastro, vedi il primo tentativo di rifinanziamento con Oaktree e il secondo con il fondo Pimco? Perché quel timing del duro comunicato, che tutto ha fatto tranne che tranquillizzare l’ambiente, a ridosso della premiazione di uno scudetto storico? Probabilmente per disperazione. Perché sotto sotto Steven era convinto di trovare una (difficile) exit strategy, ma poi è rimasto con il cerino in mano e si è visto scippare da sotto il naso la sua Inter, tornata grande anche grazie a lui che ha deciso di delegare la gestione di un momento difficile ad un management top in Europa capitanato da Beppe Marotta. Un nome, una garanzia.

All’indomani dalla polemica nota di Zhang è stato lui e ridare fiducia al popolo nerazzurro, poco prima di Inter-Lazio e della premiazione scudetto. Poi, nella sera di gala nella splendida cornice del Castello Sforzesco, ha addirittura aperto alla possibilità di restare dietro la sua scrivania di Viale della Liberazione anche oltre il 2027, anno della scadenza del contratto con l’Inter e che, a suo dire nei mesi scorsi, avrebbe coinciso anche con la probabile fine della sua avventura nel mondo del calcio. Cosa sarà dell’Inter con Oaktree nessuno lo sa, come succede sempre con un cambio di gestione di una qualsiasi azienda: può andare meglio, può andare peggio, può cambiare poco o nulla. Ma la conferma in blocco della dirigenza, partendo da una figura centrale come quella dell’esperto varesino, sarebbe il primo passo verso la garanzia di continuità. Per vedere ancora un’Inter che vince, anche se Zhang (la) perde.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 22 maggio 2024 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi
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