Prontera, via! O per chi non ama i giochi di parole, è confortante sapere che il caso Pjanic-Rafinha abbia fatto scuola, mentre il designatore degli arbitri Rocchi continua a fornire le sue lectio magistralis all'inizio di ogni annata, peccato poi che molti palesino più di qualche titubanza all'esame. È il caso del 35enne che ha diretto Lecce-Inter, nato a Tricase a 50 chilometri dal Via del Mare, ma ovviamente non saremo di certo noi a montare una polemica ad arte persino sulle distanze geografiche. La squadra di Inzaghi supera lo scoglio salentino con un gol in apertura di gara e il secondo proprio all'ultimo respiro, nel mezzo tanta voglia, diverse occasioni per raddoppiare, quattro attaccanti inseriti tutti in una volta a rievocare quasi i tempi mourinhani, le parate di Falcone e più di una decisione controversa da parte del fischietto. Al 15' Prontera si sente in dovere di fermare Lukaku involatosi verso la porta dopo l'errore di Cetin, poi grazia Baschirotto non estraendo il rosso. Protagonista in entrambe le occasioni Lautaro, autore del presunto fallo sul difensore leccese che frena la corsa di Big Rom, poi falciato dal numero 6 giallorosso. Il Toro si rialza dopo qualche minuto e trovandosi ancora di fronte l'avversario rimane incredulo. Come noi e forse lo stesso Baschirotto.

Stupisce anche la mancata chiamata del VAR Banti (quindi non è "sempre Maresca" come ci faceva credere Conte), ma rimaniamo in attesa degli audio delle Iene che un giorno ci chiariranno il motivo della mancata espulsione. L'Inter affronta così il Lecce in undici contro undici, schierando poi in attacco tutto l'arsenale alla ricerca del gol del raddoppio. Il pareggio dei padroni di casa è frutto di un rientro in campo sonnecchiante da parte degli uomini di Inzaghi, apparsi pochi lucidi anche in zona gol e colpiti a freddo in contropiede. Speriamo che sulle tribune del Via del Mare ci fossero anche gli osservatori del PSG: Skriniar sbaglia completamente il tempo dell'anticipo su Di Francesco e permette la combinazione con Ceesay, lasciando il povero De Vrij da solo nell'uno contro due, mentre Handanovic ricorda che ci si può anche tuffare, ma senza esagerare. Se dovesse arrivare la tanto temuta offerta da 70 milioni del club parigino, l'Inter e Inzaghi si farebbero trovare già pronti, basterà confermare il modulo 1-3-6 visto nell'ultima frazione della gara e il reparto difensivo sarebbe già fin troppo numeroso. Il mercato si chiuderà l'1 settembre e prima di quella data Marotta e Ausilio "faranno" almeno un altro centrale, parola non soltanto degli esperti ma anche di Inzaghi, che ha chiuso le porte alle uscite e spento quindi i fari del Chelsea. L'Inter che deve ritrovare ancora la propria brillantezza non può permettersi di perdere dopo Perisic anche Dumfries.

Nelle ore precedenti alla sfida del Via del Mare il pubblico rossonero di San Siro gioiva per il rigore realizzato da Theo Hernandez, nato dall'intervento di Soppy su Calabria decretato come falloso dall'arbitro Marinelli dopo il richiamo al monitor del VAR Mazzoleni. Sono bastati dunque appena 10 minuti di "nuova" Serie A per smentire le linee guida di Rocchi sugli arbitraggi "all'inglese", che evidentemente si riferivano alle viste annebbiate dopo l'uscita dai pub. Il campionato riparte così dalle solite certezze, le big designate al comando, Sarri vs. calendario e un'Inter che è chiamata a superare i propri limiti (e non solo i suoi). Il meglio dei nerazzurri arriva come sempre grazie alle sortite sia di Dimarco, nel primo tempo da difensore con licenza di affondare sul binario di sinistra grazie anche al lavoro di spinta di Gosens e nella ripresa sull'ala al posto del tedesco, sia di quel Dumfries tenuto inizialmente in panchina proprio perché Darmian avrebbe offerto più garanzie nel difendere contro il tridente dei pugliesi e Di Francesco, dando il solito contributo fondamentale anche in fase offensiva come nell'assist per Lukaku. Alla ricerca disperata dei 3 punti, Inzaghi ha lanciato dentro tutti gli assi ma l'Inter ha dovuto fare i conti con il muro eretto da Falcone. Poco Big Rom, a parte il gol, molto più Lautaro che tesse le trame abbassandosi sulla trequarti, poi effettua la spizzata giusta per l'arrivo last minute del treno olandese: 94 minuti sul cronometro, tutti a bordo, si riparte.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 agosto 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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