E ora cosa succederà? Penso che a parte tutti i cori, tutte le contestazioni del caso, giuste o ingiuste che siano, questo quesito sia rimbalzato nella testa di tutti i tifosi nerazzurri, quando al 93' della sfida contro il Novara l'arbitro Russo di Nola ha fischiato la fine della partita. Fare un'analisi della partita a caldo è difficile, poichè tutti i commenti sarebbero poco lucidi e pieni di rabbia, per una situazione paradossale. Proviamo a fare un po' di ordine. 

22 gennaio: l'Inter, faticando e non giocando bene, batte 2-1 la Lazio: ennesimo risultato utile consecutivo, e la reazione al termine della partita è stata: 'Va bene così, l'importante è portare a casa i 3 punti, prima la classifica, il gioco è una conseguenza'. Poi black-out. 25 gennaio: eliminazione in Coppa Italia. Primo tempo regalato ai partenopei, secondo tempo in cui la squadra ha messo dentro tanto cuore e c'è stata poca fortuna. 29 gennaio: trasferta di Lecce, comincia a intravedersi qualche scricchiolio: commento a fine partita: 'Capita, avevamo fatto tanti risultati positivi, non si poteva certo credere che potessimo vincerle tutte, ripartiremo'. 1 febbraio: Inter-Palermo, 4-4. Si capisce realmente che ci sono dei problemi, la squadra è lunga, il centrocampo è spaccato, i reparti sono lunghi. E da lì, l'inizio di un periodo molto difficile, arrivando ad oggi: sconfitta contro il Novara, che in campionato ha realizzato 3 vittorie, 2 delle quali contro i nerazzurri. 

E ora? Cosa succederà? Stankovic al termine della partita ha parlato di problema di testa, dal quale si può venire fuori solo con il lavoro e l'esperienza. Di certo all'Inter l'esperienza non manca. E il lavoro è sempre presente. E allora bisogna reagire, c'è la possibilità di scendere già in campo venerdì, contro il Bologna. Il terzo posto è sempre lì, a 6 punti, non è lontanissimo e si può raggiungere. Bisogna solamente fare ordine, e magari avere anche quel pizzico di fortuna in più che non guasta mai. La fortuna aiuta gli audaci. E allora mettiamo dentro il coraggio, azzardiamo, reagiamo. Penso che giocare per l'Inter debba essere un orgoglio, l'orgoglio che deve dare più forza di qualsiasi altra cosa. C'è una Champions League da giocare, un terzo posto da conquistare: la stagione non è finita, il meglio deve ancora venire. Sperando che il meglio non si trasformi in peggio. 

Oltre alla squadra però, al lavoro con esperienza dovrà mettersi anche la società, per evitare gli errori commessi in questa stagione. Già, perché gli errori sono stati commessi, inutile evitarlo. I nomi usciti sulla stampa sono stati tanti, forse troppi, e i fatti però hanno detto tutt'altro: un occhio al Fair Play Finanziario è giusto darlo, perché Platini sembra essere molto serio su questo argomento, quindi così si evita di compromettere il futuro. Ma senza scelte oculate, il futuro si rischia di comprometterlo lo stesso. Da Benitez a Ranieri, passando per Leonardo e Gasperini, gli investimenti hanno lasciato a desiderare, sia in entrata che in uscita: tanti campioni fuori, tanti giovani dentro. Giovani che però hanno bisogno di stimoli per andare avanti, hanno bisogno di esempi da seguire e che giustamente hanno bisogno del loro tempo per maturare, perché giocare per l'Inter comporta, vuoi o non vuoi, avere addosso una certa pressione. Giusto dunque puntare su Poli e Alvarez, ma se l'ex Samp sta cominciando a giocare adesso, dopo che il suo acquisto è stato concluso a settembre, un motivo ci sarà. E non è di certo colpa dei problemi fisici che hanno colpito il giovane Andrea, uno dei migliori oggi in campo. L'entusiasmo lo danno le vittorie, e le vittorie arrivano col giusto mix di giovani e campioni: concludiamo l'anno in maniera positiva, per non compromettere il futuro. Per vincere, di nuovo.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 febbraio 2012 alle 00:01
Autore: Riccardo Gatto
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