Non c’è tifoso dell’Inter che non abbia negli occhi le due partite contro le consuete bestie nere: Atalanta e Udinese. Ci eravamo illusi che la nuttata fosse passata. E invece, per quanto incredibile, contro due squadre mediocri, la squadra ha giocato un calcio che è andato oltre i confini della banalità, disinnescandosi automaticamente ogni volta che ha passato la metacampo. Ci sono valide ragioni che hanno reso il gioco dell’Inter un esercizio di prevedibilità tanto da dover confidare in un eventuale gol  attraverso una distrazione per noia negli stessi avversari.

1 Gli inizi di gara dell’Inter sono compassati, l’approccio è ferragostano e il linguaggio del corpo è quello di un gruppo di ragazzi costretti a giocare controvoglia. Non si registrano partite in cui la partenza dell’Inter sia stata a tavoletta. Mai una.

2 Il giro palla è lentissimo e ogni volta che la palla va in verticale verso un giocatore in attacco, questo fa la sponda per un compagno che è 20 metri più dietro. Un movimento che dimostra quanta distanza ci sia tra i giocatori in campo e che ha la singolare intenzione di voler aprire la difesa avversaria. Dimenticando che se il giochino lo fai 20 volte, l’Atalanta o l'Udinese di turno guardano l’evoluzione rimanendo in posizione.

3 La squadra tenta un pressing approssimativo, lotta sui palloni ma al di là dell’ impegno gladiatorio negli uno contro uno, non c’è traccia di velocità in nessun giocatore. Sembrano tutti zavorrati da una preparazione atletica non appropriata. In realtà la condizione dovrebbe esserci considerando che l’Inter non ha impegni settimanali. Mi inquieta sapere che, se faticano quest’anno, il prossimo avranno la giustificazione pronta dell’impegno del giovedì.

4 La dipendenza da Guarin. Il colombiano è nato così e rimarrà così. Un centrocampista confusionario, anarchico, con lampi di fisicità. Ma quando non ha nemmeno quella diventa svogliato e prevedibile come i movimenti dei suoi compagni. Tira sempre e non segna mai. Giocando in un ruolo nevralgico in assenza di geometrie anche al minimo sindacale, le sue giocate risultano sterili.

5 Non fischiano un rigore all’Inter in nessuna occasione. La società per il momento subisce la situazione senza attuare alcuna protesta. La penultima volta che è accaduto Moratti è stato sbertucciato da Nicchi che ha gestito la conversazione con l’ex presidente senza nemmeno una cortesia formale. Ora Mazzarri viene preso per vittimista e Moratti utilizzato solo per fare un po' di polemica. Di ragioni dell'Inter la stampa non ne parla.

6 La pochezza tecnica di alcuni giocatori è ulteriormente risaltata dall’assenza di movimento senza palla. Il concetto di passaggio da dettare pare sia sconosciuto. Quando un Samuel o uno Juan Jesus salgono palla al piede, oltrepassano il centrocampo e si accorgono che i compagni sono gli spettatori più vicini al campo. Quando un Hernanes, un Alvarez o un Kovacic cercano di imbastire una manovra scoprono di dover andare da soli contro un raddoppio o addirittura un triplicamento di marcatura senza avere la minima assistenza. E così fanno brutte figure. 

7 A furia di star dietro agli “equilibri” i giocatori si applicano come alunni poco convinti, fanno cose che non capiscono bene ma le fanno. E se un giocatore fa il compitino non ha armonia, non ha anima. E questa squadra non ha personalità. C’è solo il consueto rigurgito d’orgoglio che spinge i giocatori a 20 minuti dal termine a fare un forcing confuso in grado di portare  comunque più pericoli.

8 Mazzarri è un allenatore innamorato dei buoni risultati conseguiti in passato. È autoreferenziale e tende  scaricare colpe. Se la squadra non segna è colpa dei giocatori che sbagliano gol facili, se prende gol è colpa dei giocatori che non fanno i movimenti giusti, se esce dalla coppa Italia nessuno gli ha chiesto di vincerla, se allena l’Inter dice ok ma avrebbe preferito allenarla in passato, quando spendeva di più, ecc… In generale Mazzarri non si smuove dalle sue convinzioni tattiche, svaluta la squadra attraverso continue dichiarazioni che delimitano le sue responsabilità e allargano quella di una rosa non all’altezza. E la squadra lo sente.

9 Oltre a non avere mai episodi a favore e direzioni arbitrali ambiguamente ostili, prendere 18 pali non è cosa che capita facilmente in una stagione. I pali faranno anche parte del gioco ma questi numeri sono fuori dalla norma.

10 Il clima di san Siro è anomalo. È lo stesso che si ritrova in occasione di partite di basket dell'EA7. In occasione di gare non particolarmente vibranti, fin dall'inizio si percepisce una scollamento del pubblico. Dal momento in cui l'arbitro fischia l'inizio manca la tensione che si percepisce normalmente tra le propria mura. San Siro è uno stadio molto grande ma quando a popolarlo sono 40.000 (che non sono pochi) quell'aria di casa diventa distaccata, quasi disinteressata, si sentono mugugni, cori estemporanei dalla curva e repentini entusiasmi per un forcing momentaneo. Non dico che è come giocare in campo neutro ma di certo l'apporto del pubblico è depotenziato parecchio. E non è sempre stato così.

Mentre scrivevo mi venivano in mente altre ragioni che portano a un approccio alla gara tanto avvilente ma visto che la tendenza non cambierà fino al termine del campionato potremo tornarci. Buon non divertimento.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 29 marzo 2014 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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