"Mazzola è un centravanti, se lo era, rapido e intelligente. Aveva dribbling ed era difficile stoppargli il tiro, voleva sempre vincere. L’insieme di quella squadra da sogno voleva un attaccante che fosse un diamante e quello è stato Mazzola per l’Inter". Lo dice Massimo Moratti, intervenuto in collegamento telefonico su Sky Sport nel giorno degli 80 anni di Sandro Mazzola

Ricorda il suo primo gol in Serie A con la Juve e il primo in Coppa Campioni? Era un predestinato.
"L’anno dopo la partita che la Juventus ha voluto vincere contro la Primavera dell’Inter c’era stato Juve-Inter e lui aveva segnato a Torino il gol che ci aveva fatto vincere il campionato, quindi è un predestinato da questo punto di vista. Herrera fu molto bravo: all’opoca c’era Maschio che era il titolare, ma lui ha voluto far giocare Mazzola perché vedeva qualcosa di decisivo per noi e così fu. Faceva correre la squadra più degli altri, un campione di allora sarebbe un campione anche adesso".

Che numero era secondo lei Mazzola?
"Avete ragione, non viene in mente un numero di maglia per Mazzola: viene in mente lui. Era perfetto per il gioco dell’Inter e di qualsiasi squadra, ma ogni allenatore lo vedeva adatto in ruoli diversi. Aveva delle qualità spaventose, in area era spettacolare".

Nella sua esperienza da presidente ha mai rivisto uno che gli potesse ricordare lui?
"No, ha caratteristiche molto particolari ed è difficile trovarne uno simile. La sua tenacia si trasformava in uno stile di gioco. Poi era italiano, cresciuto in società… ci era andata molto bene".

L’ha sentito?
"Sì sì certo, gli ho fatto gli auguri. Una squadra per avere quel successo era forte tatticamente ma anche fatta di giocatori intelligenti e umili".

Mazzola lasciato un DNA importante, molti diventarono interisti per lui.
"Il carattere, sottolineo. La sua tenacia trascinava, ma anche la sua classe. Mi ricordo un un gol in Ungheria: dribblò tutta la squadra, poi ridribblò tutti e fece gol. Instancabile, era il suo modo di fare".

L’Inter di oggi crea tanto e subisce troppi gol, serve trovare equilibrio.
"L’analisi in questo senso vuole degli interventi. Servono interventi per evitare queste cose e siccome è un po' che succede, l'intervento poteva esserci anche prima. A me l’Inter come gioca non dispiace, ha ottimi giocatori. Non si riesce capire perché faccia partite bellissime con squadre buone o molto buone, poi quando arriva all’alto livello, se non con il Barcellona, spreca. C’è qualcosa che non va. Bisogna capire se sia un complesso dei giocatori che non si sentono all’altezza degli avversari, ma i giocatori ci sono. Manca un po’ di fantasia, il giocatore sorprendente che cambia la partita. Speravo e spero molto in Lautaro che ha molta classe, sta facendo molto bene Barella, ma essere sorprendenti è un’altra cosa. Lì bisogna forse cercare qualche cosa. Per il resto è al livello delle altre squadre, ma quando c’è la partita decisiva purtroppo perde la sua qualità".

Sezione: Copertina / Data: Mar 08 novembre 2022 alle 15:25
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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