Se viene chiamato l'Henry Kissinger del calcio italiano un motivo ci sarà. Beppe Marotta sta per gustarsi il suo ennesimo scudetto da dirigente: quello numero 20 per l'Inter sarebbe il suo numero 10, partendo da quello della rinascita juventina del 2011/12 e passando dall'ultimo nerazzurro sempre con Conte nel 2020/21.

In mezzo, come ricorda la Gazzetta, l'addio ai bianconeri anche a causa dell'acquisto di Cristiano Ronaldo, non propriamente approvato dall'attuale a.d. interista.

Attenzione al dettaglio, ampio gioco di relazioni (unire tutti, però, è impossibile pure per lui), visione di insieme. E il cocktail serve a "liberare" da compiti altri il direttore sportivo, impegnato soprattutto a setacciare il talento: con Fabio Paratici a Torino era coppia affiatata prima che volassero gli stracci, anche adesso con Piero Ausilio si gioca sempre di anticipo con ottime idee sul mercato, sottolinea la Gazzetta.

E Marotta è decisivo soprattutto nei momenti di crisi, quando c'è da mantenere lucidità senza perdere la rotta. Anche a Milano la sua capacità è stata decisiva, come quando trattenne Conte nell'estate 2020, ricucendo rapporti e sedando turbolenze. Con questo decimo titolo in arrivo, Marotta stacca Giampiero Boniperti, che da presidente operativo alla Juve si era fermato a nove titoli. L'amico e maestro Adriano Galliani al Milan era arrivato a otto: bronzo. Poi dietro, a sei, Italo Allodi e Luciano Moggi. 

Sezione: Copertina / Data: Mer 17 aprile 2024 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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