Non solo Andrea Beretta e Luca Lucci, la gup di Milano Rossana Mongiardo, nel processo abbreviato con più filoni sulle curve di San Siro arrivato nove mesi dopo la maxi operazione del 30 settembre 2024, ha emesso "16 condanne in primo grado (e due patteggiamenti) e un complessivo secolo di carcere che, al netto già della riduzione di un terzo del rito abbreviato, nell’aula bunker del carcere di San Vittore costituiscono il primo approdo giudiziario delle inchieste sulle violenze, ma anche sugli affari, delle associazioni criminali incistatesi in seno alle turbolente curve di ultrà del tifo organizzato nerazzurro e rossonero".

"Nel filone della curva interista, la giudice dell’udienza preliminare Rossana Mongiardo ha inflitto 8 anni a Marco Ferdico (l’ex vice di Beretta), 5 anni a Francesco Intagliata e Giuseppe Caminiti, 6 anni a Christian Ferrario, 4 anni e 8 mesi a Gianfranco Ferdico (padre di Marco), 4 anni a Mauro Nepi e Renato Bosetti, 4 anni e 8 mesi a Matteo Norrito, 2 anni (con la sospensione condizinale) a Debora Turiello. Nel filone invece della curva milanista, la giudice ha condannato anche Daniele Cataldo a 10 anni, Alessandro Sticco a 5 anni, Fabiano Capuzzo a 4 anni e 4 mesi, Islam Hagag a 3 anni e 4 mesi, e Luciano Romano a 3 anni e 4 mesi. Tutti, quindi, condannati nell'inchiesta dei pm Sara Ombra e Paolo Storari. Giovedì in uno stralcio arriverà la sentenza in rito ordinario per Francesco Lucci (fratello di Luca), Christian Rosiello (ex guardaspalle di Fedez) e Riccardo Bonissi. Beretta dovrà risarcire i familiari di Bellocco, costituitisi parti civili, con 520.000 euro, Lucci e Cataldo dovranno risarcire la parte civile Anghinelli. I vari condannati lo sono stati anche a risarcire in solido Milan e Inter con una provvisionale di 50.000 euro per ciascuno dei due club, mentre Lega Calcio di serie A, con l’avvocato Salvatore Pino, ha avuto 20.000 euro" si legge sul Corriere della Sera che riporta la sentenza.

Nel procedimento Inter e Milan, "che per un verso sono da mesi sotto la lente dei consulenti della Procura per verificare se ci sia bisogno di una richiesta di loro commissariamento o se invece le loro procedure organizzative siano in futuro in grado di funzionare da anticorpi contro quei flirt che i club in passato avevano a tratti avuto con i vertici del tifo organizzato violento, per un altro verso si erano intanto costituite parti civili contro gli ultrà imputati, chiedendo con gli avvocati Enrico de Castiglione e Adriano Raffaelli circa 600.000 euro a testa di danni sia patrimoniali sia non patrimoniali" si legge inoltre sul quotidiano milanese che parla di danni patrimoniali "ravvisati negli episodi di aggressioni agli steward dello stadio, [...] situazione che per i club 'ha comportato inevitabilmente l’allontanamento dallo stadio di una parte degli appassionati di calcio intimoriti dai possibili rischi per la propria incolumità fisica, e quindi una riduzione della domanda di biglietti che ha inciso sul fatturato annuo delle società'", mentre di danni di immagine ravvisati "nel fatto che i media italiani ed esteri abbiano additato Inter e Milan come squadre 'supportate da una parte di tifosi dediti ad attività delinquenziali'".

Sotto la lente d'ingrandimento della Procura anche l'operato di Milan e Inter ed è emerso che: se all'interno stadio Meazza alcuni esponenti delle curve di Inter e Milan erano diventati "posti extraterritoriali" dove i gruppi ultrà agivano da "milizie private" secondo una "'struttura gerarchica, un proprio territorio, e proprie regole comminano sanzioni nei confronti dei sottoposti che non le rispettano, elargivano premi e privilegi, e avevano un proprio patrimonio nei ricavi da vendita di biglietti, fanzine e merchandising', questo era accaduto – ha infatti afferma il pm Storari nella requisitoria - anche in conseguenza dei 'rapporti che non solo le due società, ma pure le strutture statali deputate alla repressione dei reati', avevano ritenuto lecito mantenere rapporti con gli ultrà per "mantenere il quieto vivere intorno ai calciatori, forze dell’ordine e magistratura" gestendo l’ordine pubblico "con minori rischi". Errore di gestione secondo il pm che imputa a questo comportamento l'aver generato "una sorta di legittimazione' a veder 'garantita l’esigenza di essere rispettati e riconosciuti come legittimi interlocutori dalle società e anche da forze di polizia e altri organismi istituzionali'. Tra questi rapporti il pm inserisce non solo gli ormai notori contatti emersi tra ultrà e dirigenti dei due club, ma anche 'le continue interlocuzioni con gli esponenti del tifo organizzato da parte di ambienti istituzionali anche per la gestione dell’ordine pubblico', il fatto che gli stewart non possono mettere piede in curva, il paradossale 'senso di ingiustizia con cui gli imputati vivono i momenti repressivi dell’autorità giudiziaria', 'l’omertà riscontrata nelle vittime degli ultrà conseguente alla intimidazione che genera il vincolo associativo', il 'patto di non belligeranza tra le due tifoserie stipulato quasi fossero una sorta di organismo statale che delimita i propri confini con altri organismi statali'. Al punto che 'la legittimazione fornita ha fatto sì che i capi delle milizie private fossero diventate persone degne di ogni considerazione".

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Sezione: Copertina / Data: Mar 17 giugno 2025 alle 20:27
Autore: Redazione FcInterNews.it
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