A dispetto delle previsioni, Serse Cosmi rinuncia al tridente per opporre all'Inter un 3-52 abbastanza classico, anche se tendenzialmente diventa un 4-4-2. Cuadrado agisce da esterno destro, Olivera da esterno sinistro e la coppia d'attacco è Muriel-Di Michele. Sorprende anche o schieramento iniziale dell'Inter, che mantiene invariato il modulo che ha fruttato 9 punti nelle ultime 3 giornate ma sposta gli interpreti. Con Cambiasso in panchina, Zanetti torna a centrocampo al fianco dell'inamovibile Thiago Motta, mentre Faraoni ricompone a destra la coppia con Maicon. A sinistra, ed è anche questa una novità per il diretto interessato, torna Alvarez, al quale Ranieri chiede di accentrarsi ma anche di rifornire da quella porzione di campo le punte con traversoni mancini. Il gioco d'attacco nerazzurro passa molto dalle fasce, soprattutto a destra dove Faraoni e Maicon si creano spazi a vicenda per inserirsi, anche centralmente.

Buono il lavoro di smistatore di Thiago Motta, anche se nel momento in cui è necessario accelerare l'Inter fatica ad aumentare i giri del motore e nel migliore dei casi si limita al lancio lungo. Il Lecce, dal canto suo, si limita soprattutto al contropiede e fa bene perché è così che va in vantaggio al 19' con Muriel. È dopo lo svantaggio che l'Inter comincia a macinare gioco e a pressare alto al di là dei quattro (incredibili) legni crea situazioni interessanti, fallite però sul più bello. Buono il lavoro di Forlan, che arretra per cercare il pallone e alza sempre la testa sperando di inquadrare la porta. La rete del pareggio nasce dall'ennesimo traversone di Maicon che pesca Pazzini sul primo palo, come ai vecchi tempi. In certi frangenti, quando il Lecce perde palla nella metà campo avversaria, si aprono praterie che vedono protagonista soprattutto Alvarez, bravo a guidare i contropiede nerazzurri. L'argentino a volte si sposta addirittura sulla fascia opposta, lasciando però troppo solo Nagatomo.

Nella ripresa Ranieri sostituisce un buon Forlan inserendo al suo posto Milito e Cambiasso al posto di Faraoni. Con questi cambi il tecnico varia anche l'assetto tattico, che da un 4-4-2 passa a un 4-3-1-2 con Alvarez dietro le due punte. La sostituzione di Cosmi (Piatti per Olivera) non tocca minimamente il 3-5-2 salentino. Le decisioni di Ranieri, apparentemente inspiegabili (El Cacha stava facendo bene), si rivelano immediatamente vincenti: è infatti Alvarez, centralmente, a pescare Milito sul filo del fuorigioco e a mandarlo in gol. Cosmi tenta di dare una scossa all'attacco giallorosso togliendo dal campo Muriel e lanciando il più robusto Corvia. Il Lecce prova ad alzare il baricentro ma scopre il fianco ai contropiede nerazzurri, in virtù di un atteggiamento tattico sin troppo spregiudicato. La squadra di casa però ha la colpa di abbassarsi troppo, concedendo metri ai salentini e quando sale rischia addirittura due volte di subire gol con Corvia sprecone all'inverosimile.

L'ultimo cambio Ranieri se lo gioca prima della mezz'ora: Obi sostituisce Pazzini e la sua squadra passa a un 4-4-1-1, con il nigeriano che va a sinistra e Zanetti che si allarga a destra. Pochi minuti dopo arriverà il terzo gol a firma Cambiasso, grazie a un numero di Nagatomo che, coperto da Obi, si permette un'incursione sulla linea di fondo e pesca Cuchu nel cuore dell'area. Qualche minuto dopo Alvarez si fa male in occasione di uno scatto e resta in campo solo per fare numero, costringendo in pratica i compagni a giocare in 10. Questo non gli impedisce, comunque, di farsi trovare pronto sul secondo palo sull'ennesimo spunto di Nagatomo, per il 4-1 all'81'. Nel frattempo, con il cambio Pasquato-Obodo, Cosmi passa a un 4-2-3-1, accentrando Cuadrado e allineando, dietro Corvia, Pasquato, Piatti e Di Michele.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Gio 22 dicembre 2011 alle 06:35
Autore: Fabio Costantino
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