Tre cambi rispetto a Bologna nell'undici dell'Inter che vuole subito tornare alla vittoria contro il Lecce a San Siro. Classico 3-5-2 per Inzaghi che deve fare a meno degli infortunati Skriniar, Dimarco e Correa: davanti a Onana tra i pali, Acerbi riprende il suo posto al centro della difesa con ai lati Darmian e Bastoni. A centrocampo torna Barella con Calhanoglu in cabina di regia e Mkhitaryan sull'altra mezzala, Dumfries e Gosens confermati sulle fasce. In avanti Dzeko preferito a Lukaku per affiancare Lautaro Martinez. Dall'altra parte Baroni schiera i suoi con il consueto 4-3-3: emergenza in difesa dove Umtiti rileva lo squalificato Baschirotto e a sinistra Pezzella viene preferito a Gallo. In mezzo giocano Maleh, Hjulmand e Gonzalez, in attacco il tridente è composto da Strefezza, Ceesay e Di Francesco.
Sin dai primi minuti la trama è chiara: l'Inter fa la partita e il Lecce inizia arroccandosi dietro, sperando magari in qualche occasione in contropiede. Dumfries e Gosens volano all'altezza delle due punte, con il tedesco che staziona sulla linea del fallo laterale e l'olandese invece sempre pronto ad accentrarsi per staccare in area sui cross dalla sinistra. Dzeko e Lautaro si alternano nell'andare incontro alla manovra per fornire l'appoggio ai centrocampisti, mentre Barella scatta alle loro spalle chiamando il solito lancio lungo dalle retrovie. Dopo l'avvio quasi in apnea, il Lecce alza il proprio baricentro e con esso la pressione per tentare di interrompere sul nascere la manovra nerazzurra. Acerbi e compagni vengono subito pressati, ma l'Inter riesce comunque ad affacciarsi dalle parti di Falcone grazie ai movimenti tra le linee e agli scambi rapidissimi di prima che vedono spesso coinvolti Mkhitaryan e Barella. Al 29' insieme alle due mezzali sale in cattedra pure Gosens che anticipa Gentrey e viene di nuovo servito sullo scatto dalla combinazione anche stavolta di prima Calhanoglu-Lautaro, Barella è partito insieme al tedesco e dopo aver guadagnato tempo in area sterzando sul rientro di Maleh (Lautaro e Dzeko non hanno luce) scarica per l'accorrente Mkhitaryan che piazza la sfera sotto l'incrocio. Lecce trafitto proprio su una ripartenza e Inter stavolta letale nell'approfittare di una delle poche occasioni in cui la squadra di Baroni scoprendosi perde la compattezza e si fa trovare impreparata. Fuori posizione anche Gonzalez, che ritorna sul 22 armeno solo quando il destro è già calciato nel sette.
Stesso copione nella ripresa con Calhanoglu protagonista in ogni azione nelle vesti di recupera palloni e play-maker. Al 53' il turco dialoga con Barella che con la coda dell'occhio vede lo sprint di Dumfries alle spalle di un disorientato Pezzella, l'olandese indisturbato serve l'assist dalla destra a Lautaro che si stacca dalla marcatura di Umtiti e di prima quasi emulando il vantaggio di Mkhitaryan firma il 2-0. Cambia il lato dell'azione, da sinistra a destra, prima Gosens e poi Dumfries come in uno specchio, ma entrambi i gol arrivano su giocate scaltre e rapide, con Calhanoglu a cucire il palleggio e Barella sempre nelle vesti di inventore e rifinitore. Primi tre cambi allora per Baroni che prima manda in campo Blin e Oudin al posto di Maleh e Strefezza, poi Romagnoli in difesa per Tuia. Al 71' le prime mosse di Inzaghi che inserisce Brozovic e Lukaku, fuori tra gli applausi gli autori dei due gol Mkhitaryan e Lautaro. L'Inter entra in modalità risparmio energetico, concedendo campo al Lecce senza rischiare nulla per provare poi a chiudere definitivamente i conti in contropiede. Al 78' altro doppio cambio nei nerazzurri con gli ingressi di D'Ambrosio e Gagliardini per Dumfries e Calhanoglu. Con l'uscita del turco, Brozovic che aveva già acquisito le chiavi in regia congela il possesso fornendo sempre l'appoggio a chi ha la palla e fa respirare la squadra con i cambi di campo. Da una parte Bastoni diventa una soluzione alternativa nelle azioni d'attacco dell'Inter, dall'altra Pezzella da sinistra trova la via con il cross per il colpo di testa di Hjulmand che inseritosi in area non inquadra lo specchio. A 7' dal termine Baroni si gioca le carte Helgason e Banda che rilevano Gonzalez e Di Francesco. Nel recupero c'è spazio anche per Zanotti che subentrando a Gosens timbra la prima presenza in questo campionato. Al termine dei 3' di recupero il triplice fischio di Manganiello mette i sigilli al 2-0 di San Siro. Match dominato dalla squadra di Inzaghi che chiude con 14 conclusioni di cui 4 nello specchio (sull'altro fronte undici tiri e solo uno da fuori di Ceesay a impensierire Onana), 62% di possesso palla e 433 passaggi con un'accuratezza dell'83%. I fantasmi di Bologna sono già alle spalle.
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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