La Gazzetta dello Sport porta alla luce un dato che fa riflettere: in Serie A c'è il crollo del cosiddetto 'fattore campo'. I numeri parlano chiaro: "Nell’epoca dei tre punti a partita, non era mai successo che appena il 52,3% fosse conquistato dalle squadre in casa, contro il 47,7% di quelle in trasferta - si legge -. Un caso isolato? No, solo l’apice di un trend che va avanti da anni. Basti pensare che dal 1994-95 al 2013-14, nonostante un più o meno continuo calo di stagione in stagione, non si era mai scesi sotto al 60%. L’esempio dell’Inter capolista è emblematico: Conte ha vinto sette partite su sette in trasferta, mentre in casa si è fermato a 16 punti nello stesso numero di gare. I nerazzurri non sono però l’unica squadra ad avere un andamento migliore fuori dal proprio stadio: Brescia, Lecce, Milan, Torino e Atalanta gli altri casi eclatanti".

"È innanzitutto questione di coraggio - spiega Domenico Di Carlo, attuale tecnico del Vicenza, squadra con cui debuttò da calciatore in A nel 1995-96 -. Oggi gli allenatori hanno una visione più propositiva, puntano a fare risultato sempre e ovunque. Una volta su certi campi pensavi solo a difenderti. Gli arbitraggi sono meno casalinghi. Con l’introduzione del Var, poi, so che se mi mettono giù in area è rigore su qualsiasi campo e in qualsiasi situazione di classifica".

Beppe Bergomi, ex capitano dell’Inter e oggi opinionista Sky, aggiunge: "Dal lato tecnico, gli allenatori hanno un’altra mentalità: vogliono imporre il gioco e vincere. Poi sono spariti fattori ambientali che un tempo non mettevano a proprio agio i giocatori fuori casa e gli arbitri in certe piazze particolarmente calde".

Non a caso la Uefa sta pensando di togliere la cosiddetta regola del gol in trasferta. Un’altra rivoluzione, un altro muro che crolla.

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 04 dicembre 2019 alle 09:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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