Se all'Inter manca l'abitudine della Champions League vista la lunga assenza, per Luciano Spalletti quella della massima competizione europea per club è quasi un tabù. Lo spiega il Corriere dello Sport: "Dal 2012 la Champions League non dice troppo bene al tecnico dell'Inter. Che ha tentato l'avventura oltre confine con fortune alterne, se si tratta di Champions - si legge -. Sull'esonero di Luciano Spalletti dallo Zenit, nel febbraio del 2014, ha pesato proprio una partita di Champions League: ottavi di andata, rovescio interno dei russi (2-4) contro il Borussia Dortmund, così al tecnico non è stato dato nemmeno il tempo di giocarsi il ritorno. Rispedito a casa sul primo aereo e tanti saluti, nonostante due campionati vinti a San Pietroburgo. Riavvolgendo il nastro, le delusioni superano i sorrisi. C'è un'eliminazione al turno preliminare, nel 2010, ad opera del Bordeaux. Più il girone portato a termine senza qualificarsi, nel 2012: quella volta c'era di mezzo il Milan, a Spalletti non servì a niente vincere a San Siro – nel gruppo anche Malaga e Anderlecht – perché ormai i giochi erano fatti, e lo Zenit obbligato a consolarsi con l'Europa League. L'unica eccezione a bilancio la fa il 2011, con la squadra di San Pietroburgo capace di andare oltre i gironi – difendendo il pareggio contro il Porto, nell'ultima giornata – per poi incagliarsi davanti al Benfica. Il Portogallo che dà e toglie. Ora, che la caratura di questa Inter sia superiore alla media va tradotto anche con Barcellona e Tottenham di mezzo. Tutto da dimostrare, ma Spalletti sembra ben corazzato. A patto che l'Inter non sia quella dei chiari di luna, ma porti solidità nell'affrontare le big d'Europa".

Luci e ombre anche a Roma, con le eliminazioni a opera del Real e del Porto (ai playoff). 

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 12 settembre 2018 alle 08:40 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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