"I debiti restano alti e i costi sono fuori misura, ma quello che preoccupa maggiormente è il gap dei ricavi con la Premier, la Liga e la Bundesliga”. Questo è il commento di Andrea Sartori, fondatore e ceo di Football Benchmark, sull’analisi della Gazzetta dello Sport dedicata ai bilanci della Serie A. "Nel 2022-23 ho notato con piacere l’incremento dei ricavi commerciali di diverse società, come Juventus, Milan, Napoli. E, dopo l’emergenza pandemica, c’è stato un ritorno negli stadi in tutta Europa, quindi anche in Serie A. Nella scorsa stagione, inoltre, ho riscontrato un utilizzo importante della leva del player trading, anche per rispettare determinati parametri di controllo. Dal punto di vista finanziario, poi, l’indebitamento della Serie A rimane consistente, anche se al 30 giugno 2024 potrebbe esserci un miglioramento. A livello patrimoniale, infine, bisogna migliorare la capitalizzazione dei club italiani”. 

La Serie A ha 3,2 miliardi di debiti, al netto dei crediti. Sono raddoppiati nell’ultimo decennio e la metà sono verso il sistema bancario e creditizio. 
“Il debito è raddoppiato ma è importante andare a guardare il rapporto con i ricavi. Certo, il calcio italiano è fortemente indebitato, tuttavia parliamo di un settore molto particolare che fa parte del tessuto sociale e culturale del Paese”. 

Nel 2022-23 le società del massimo campionato hanno speso 1,9 miliardi per gli stipendi, ancor di più dell’ultima stagione pre-Covid, il 2018-19 (1,75 miliardi). Il campanello d’allarme non è ormai suonato da tempo? 
“Io sono ottimista per il futuro, soprattutto per il complesso di regole che sono state implementate a livello europeo e nazionale. In particolare, lo squad cost ratio dell’Uefa, che mette a rapporto i costi annuali per la rosa, intesi come stipendi, ammortamenti dei trasferimenti e commissioni per gli agenti, con i ricavi e i proventi da calciomercato. A regime, cioè nel 2025-26, dovrà essere al massimo al 70%, mentre quest’anno è al 90%. Il processo di adeguamento è ancora in corso e sono convinto che porterà a un contenimento generalizzato della spesa. Ora siamo un po’ nel limbo ma i club saranno spinti a diventare sostenibili. Noto maggiore severità da parte degli organismi di controllo. Basti pensare alla sanzione dell’Everton in Premier League. Peraltro, la limitazione della spesa sportiva stimolerà ancor più di più l’interesse degli investitori istituzionali a entrare nel calcio europeo. Il business diventerà sempre più attraente”. 

Sezione: News / Data: Dom 03 marzo 2024 alle 16:34
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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