Alfredo Pedullà dedica l'editoriale a quello che sta succedendo in casa Inter: "Un po’ di ordine, per favore. Rispettiamo le gerarchie perché l’ Inter non è un grande albergo. Oppure un autogrill. Troppe situazioni fuori dal coro: i malesseri di Milito, i chiarimenti con Eto’o sull’impiego da attaccante centrale. E fin qui ci siamo, nel senso che ci può stare, che non diventa scandaloso. Ma che poi, una dietro l’altra, si verifichino situazioni particolari, fuori dagli schemi, questo non va bene. Rafa Benitez è un signore, un ottimo allenatore, ma deve imparare a farsi rispettare. E ha ragione chi sostiene che, con Mourinho sul ponte di comando, non sarebbe volata una mosca e nessuno si sarebbe permesso di interferire".

Poi analizza i singoli casi: "Il primo ad andare davvero controcorrente è stato il signor Chivu che, durante la partita di Roma, stava ballando il tango sulla corsia di sinistra, temeva di rimediare una figuraccia, non aveva gli aiuti necessari. E a un certo punto, perdendo il controllo, ha avuto un’uscita inqualificabile, destinatario l’allenatore, della serie: se non ti inventi qualcosa, chiedo di uscire e di essere sostituto. Una reazione inqualificabile, una cosa che di solito accade nei tornei da bar, oppure nei quadrangolari di quartiere, ammesso che ci siano. Mi auguro che Chivu sia stato multato, in ogni caso non ho letto prese di posizioni autorevoli. E’ vero che i panni sporchi si lavano in famiglia, mi auguro che li abbiano lavati".

Poi parla del caso-Muntari: "Come se non fosse bastato Chivu, ci hanno pensato altri due giovanotti campioni d’Italia e d’Europa ad andare fuori di testa. Non è la prima volta, né sarà l’ultima, che qualche diretto interessato – dopo aver memorizzato il parcheggio in tribuna – decide di abbandonare lo stadio e di andarsene a casa. Stavolta il protagonista (?) è stato Sulley Muntari, uno che il caratterino difficile lo ha sempre avuto. Ormai il matrimonio tra il ghanese e l’Inter è finito da un pezzo, la cessione diventa inevitabile". 

Pedullà è critico anche nei confronti del terzino brasiliano: "Ma che poi Maicon, nel bel mezzo del primo tempo, si infervori per invitare Benitez a sostituire Biabany infortunato, beh siamo oltre i limiti. Come se Rafa non fosse stato in grado di valutare da solo, di capire. Come se non fossero bastati i segnali di fumo dello stesso Biabany, che aveva chiesto il cambio, consapevole che l’infortunio non gli avrebbe consentito di continuare. Ci fosse stato Mourinho, sarebbero volati i tavolini. Anzi, credo proprio che non si sarebbe verificata una cosa del genere. Benitez non è Mou, ma si faccia rispettare. E ripristini le gerarchie, prima che sia troppo tardi".

Sezione: News / Data: Mar 05 ottobre 2010 alle 15:24 / Fonte: Datasport.it
Autore: Guglielmo Cannavale
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