Dopo quanto anticipato nella giornata di ieri (LEGGI QUI), arriva la conferma dal diretto interessato: Andrea Ranocchia saluta il calcio. Dopo la rescissione consensuale con il Monza, ufficialità arrivata ieri a ciel sereno, che fa seguito al brutto infortunio rimediato a Napoli, l'ex difensore dell'Inter, salutata lo scorso maggio, spiega in un lungo video pubblicato sul suo profilo Instagram le ragioni che lo hanno portato a salutare il suo grande amore, ovvero il calcio. Di seguito le sue parole.
"Quando ho iniziato a giocare a calcio, ormai trent’anni fa, ho iniziato con grandissima passione. Era la cosa che più mi piaceva fare, ho iniziato con i miei amici e sono andato avanti fino ad ora. Sono stati momenti bellissimi, si creano amicizie molto forti, ci si diverte giocando a calcio. Io facevo quello tutto il giorno, studiavo e poi giocavo e c’erano solo gli amici del calcio. Ne sono passate tante, quando inizi a giocare a calcio non sa mai dove arriverà e neanche ci pensi. Io non ci ho mai pensato, ho sempre pensato a divertirmi, ad impegnarmi e a portare avanti giornalmente la mia passione. Ho avuto la grandissima fortuna di trasformare la mia passione nel mio lavoro ed è iniziato tutto da qui. Sono andato avanti passo dopo passo, anno dopo anno… Ho attraversato tantissime cose e ho avuto la fortuna di poter avere tantissime esperienze. Sono stato a contatto con tantissimi ragazzi dei quali mi porterò sempre ricordo ed esperienza. Quando si inizia ad assaporare il calcio da professionista si attraversano tante cose, ho avuto fortuna e bravura di attraversarle tutte. Dopo tanti step e momenti, perché se ne vivono di tutti tipi, avevo pure pensato di lasciare il calcio perché non mi sentivo più ma poi ho avuto la fortuna di incrociare mister Montanelli che mi ha riscoperto. Facevo l’attaccante e un anno il mister mi ha messo dietro e lì è iniziata la seconda parte della mia vita calcistica, quella durata fino a ieri. Ci tenevo a salutarlo in questo video come tutti gli altri allenatori delle giovanili che hanno contribuito alla mia crescita. Poi è iniziata la seconda fase, quella del professionismo, del calcio vero, duro e di lavoro. Ma è sempre stata la passione che mi ha spinto e mi sono sempre divertito e questa è stata la cosa che più importante per me. Ad Arezzo ho avuto la fortuna, perché poi nella vita è tutta questione di incastri, di incontrare Antonio Conte che mi ha trasformato. Lui è un allenatore che ti prende, ti assorbe, ti migliora e ti trasforma in un professionista e vincente. Ti trasforma il modo di pensare e soprattutto di crescere. È uno che quando ti prende e quando ti lascia non sei più lo stesso. Ho quindi avuto la fortuna di incontrarlo. Ho passato momenti molto belli, spensierati, tutto era molto nuovo e quando arrivi in quello che fino a quel momento è stato il mondo delle figurine diventa tutto una grande famiglia. Tutti ti danno qualcosa e tutti ne hanno dato a me. Ho avuto la fortuna di girare tanti spogliatoi, ragazzi, tanti modi di approcciare al calcio… Una ricchezza incredibile che mi ha migliorato e reso quello che sono oggi. Voglio assolutamente ringraziare tutti, dai primi agli ultimi, i ragazzi del Monza che ufficialmente ho lasciato ieri. Ho fatto esperienze e giocato con calciatori straordinari negli anni, nell’Inter, in Nazionale… Poter dire di aver giocato con e contro grandi campioni è un grande orgoglio. Per arrivare a questi livelli nessuno ti regala niente, c’è da soffrire e sudare. A volte non basta, per me è bastato per fortuna.
Ringrazio veramente tutti i ragazzi incontrati, pure e soprattutto tutti i ragazzi dietro le quinte che fanno tantissimo e fanno parte di tutti noi, delle grandi famiglie che si creano. Ringrazio davvero tutti quanti perché tutti mi hanno dato qualcosa e spero di aver dato anche io qualcosa a loro. Per quello che potevo ho sempre dato tutti a quelli che mi aiutavano e circondavano. Poi, non per ultimi, ma per primi, ringrazio la mia famiglia. Ringrazio mia moglie e i miei figli seppure hanno vissuto l’ultima parte della mia carriera. Mi hanno dato supporto e gioie. Li ringrazierò sempre come a tutte le persone che mi sono state vicine anche fuori dal calcio. Sono molto fortunato perché dietro di me ho una squadra veramente bella, gliene sono riconoscente per questo dono.
Arriva un momento che per me è arrivato qualche mese fa. L’ultimo anno e mezzo per non è stato facilissimo, lo sanno le persone vicine a me. Non è stato un anno facile e piano piano anche la passione è venuta sempre meno. Stava venendo meno a fine maggio dell’anno scorso quando ero ancora all’Inter, sentivo che c’era qualcosa che non mi tornava e non riuscivo a capire cosa fosse ma sentivo qualcosa che non tornava. Allorché con la società, con l’Inter, con il direttore, il mister abbiamo deciso di separarci perché volevo trovare nuovi stimoli ed emozioni e ho avuto la fortuna, e gliene sono davvero riconoscente, di trovare il Monza. Ringrazio Galliani, Antonelli, Berlusconi che mi hanno dato fiducia e questa possibilità, offrendomi un ottimo contratto e la possibilità di rimettermi in gioco oltre che di capire cosa mi stesse succedendo. Purtroppo all’inizio di quest’anno le sensazioni non erano migliorate, non erano buone e c’era ancora qualcosa che non tornava e andando avanti era come se si fosse spenta qualcosa. All’inizio non capivo o forse non volevo accettarlo perché la passione l’avevo portata avanti per trent’anni e quasi di punto in bianco mi lasciava… Però sono andato avanti, ho cercato sempre di impegnarmi ma sentivo non c’era piu niente dentro di me. Ho iniziato a farmi tante domande e poi c’è stato questo brutto infortunio a Napoli che mi avrebbe tenuto lontano dal campo per tanti mesi e se non hai la passione e la determinazione di poter tornare ho ritenuto, visto che la società mi ha dato fiducia, giusto non prendere in giro nessuno. Me in primis perché ho sempre portato avanti un discorso di passione e massimo impegno dando il 100%, qualunque cosa facessi, che fosse in campo o nello spogliatoio. Se non riesco a dare il 100% non voglio prendere in giro nessuno anche nella vita. Ho sentito Galliani e gli ho espresso questo malessere e gli ho comunicato questa decisione perché sarei stato il primo a piangerne le conseguenze. Galliani è stato un signore, ha capito il momento e ci siamo lasciati da amici e con grande rispetto siamo arrivati a questa decisione comune. Questo è il mio momento, mi prendo il mio tempo per rimettere in sesto le emozioni e i miei pensieri per il futuro. Non credo proprio tornerò a giocare a calcio, non è nei miei pensieri, non è quello che voglio assolutamente. Mi prendo il tempo per godermi altre cose e poi deciderò. Questo è il mio pensiero e ci tenevo a comunicare ciò che provo e a ringraziare veramente tutti. Ho vissuto emozioni fortissime, sono stato fortunato e bravo a poterle vivere".
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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