Erick Thohir oggi prenderà il volo per Giacarta, per fare ritorno in Italia con tutta la famiglia in occasione del derby. Tornerà in patria dopo una tre giorni molto densa di impegni, e soprattutto dopo essersi goduto la sua prima da presidente dell’Inter a San Siro, dopo tante notti insonni e levatacce vissute davanti alla tv della sua casa nella capitale dell’arcipelago del sud-est asiatico. Goduto, però, per modo di dire: Thohir ha vissuto l’incontro, sofferto a fianco del suo predecessore Massimo Moratti, si è rammaricato per alcune occasioni sfumate e gioito al gol di Fredy Guarin. Ma alla fine, si è dovuto accontentare di un pareggio, il secondo dopo quello di Bologna, anche questa volta per 1-1. Ma Thohir, un po’ come tutti, ha avuto modo probabilmente anche di preoccuparsi per quanto mostrato ieri dalla sua Inter contro i blucerchiati di Sinisa Mihajlovic.
TENSIONE EVOLUTIVA – L’unico presidente dell’Inter nel dopoguerra a non cogliere un successo al suo debutto a San Siro fu Ernesto Pellegrini nel 1984: uno 0-0 in un derby col Milan contraddistinto anche da un erroraccio sotto porta di Evaristo Beccalossi. Thohir oggi si è accodato al ‘re delle mense’, debuttando al Meazza e uscendo con un solo punto in tasca, ma forse questo pareggio ottenuto contro la Samp è ancora più spinoso di quello di ventinove fa, arrivato al culmine di un’annata sostanzialmente anonima per ambedue le milanesi. E poco conta, in senso assoluto, il modo in cui è maturato, a ridosso del 90esimo su un disimpegno di Rolando finito tra i piedi dell’uomo sbagliato nel momento giusto, il brasiliano Renan fresco di ingresso, che d’istinto ha scagliato una sabongia nell’angolino basso alla sinistra di Handanovic. Dietro questo risultato, purtroppo, si cela un primo segnale non beneaugurante di calo della condizione. Walter Mazzarri l’ha definita la peggiore Inter della stagione, magari usando questo termine come sprone per il suo gruppo: però la sua visione non si discosta molto dalla realtà, soprattutto nel secondo tempo quando, al contrario di quanto avvenuto a Bologna, la squadra è progressivamente calata dimostrandosi anche impaurita a tratti, consentendo alla squadra di Mihajlovic di prendere fiducia fino al pari più che meritato. Forse sono sintomi di un gruppo che secondo il mister deve ancora crescere e migliorare, ma che forse sta mostrando qualche segnale di tensione nell’attesa di compiere il salto di qualità.
PUNTI TAGLIENTI – Dopo aver partecipato alla parata di ex organizzata da Erick Thohir con tutti gli ex nerazzurri accorsi per la circostanza (bella, anche se forse consumata un po’ alla spicciolata), Sinisa Mihajlovic ha messo la nostalgia da parte e ha regalato più di mezzo dispiacere alla sua ex squadra. Lui si è quasi giustificato, ma alla fine ha di che rallegrarsi perché comunque è un bottino importante, specie in trasferta. In quanto all’Inter inutile nascondersi: giusto applaudire le ottime prove iniziali della squadra di Mazzarri come ora vanno sottolineati gli affanni naturali di un gruppo ben definito che da inizio campionato, a parte qualche modifica dovuta alle circostanze, sta essenzialmente cantando e portando la croce. Partendo da Rodrigo Palacio, la cui solitudine lì davanti comincia a farsi pesante, passando per Fredy 'Rollercoaster' Guarin, la cui stagione si dipana tra alti (come oggi, a parte quella giocata un po' schizofrenica dove ha rischiato una sanzione pesante) e bassi senza soluzione di continuità. Ricardo Alvarez regala lampi ma esaurisce la benzina troppo presto, e Mateo Kovacic rimane un enigma; ma adesso, è anche sul modulo di Mazzarri che adesso cominciano a concentrarsi le perplessità, anche perché a questo giro le statistiche non arrivano a conforto dell’Inter, pur con tutte le pinze con le quali si vogliono prendere certi dati. Alcuni numeri, però, sono inequivocabili: un altro pareggio e altri due punti persi malamente, una pericolosa costante di questa stagione sulla quale evidentemente il lavoro svolto non basta ancora. Il campionato è lungo, ma i rimpianti per certe situazioni, al di là dell’analisi dei singoli casi, cominciano a crescere e farsi opprimenti.
MEDITA, ERICK – Erick Thohir prende il volo per Giacarta, con alle spalle meeting, analisi, ma anche riflessioni necessarie, specie alla luce di quanto visto oggi dal vivo. Dettagli, accorgimenti, che magari dalla poltrona di casa sua davanti alla tv, tra un messaggio e l’altro con Massimo Moratti, forse non riesce a cogliere appieno. Ieri Thohir ha potuto guardare da vicino la sua squadra, e probabilmente la sua valutazione, malgrado la serenità con la quale ha accolto il risultato, non sarà stata proprio positiva. Thohir ha potuto vedere coi suoi occhi come quello creato da Walter Mazzarri sia sì un gruppo ottimo soprattutto sul piano della compattezza, con alcuni giocatori importanti e altri che lo sono diventati, anche a sorpresa, strada facendo. Ma è anche un gruppo che soprattutto in alcuni punti nevralgici non dispone di una coperta sufficientemente lunga e alla fine la condizione, oltre che il gioco, risentono di questi difetti. Per puntare l’obiettivo del ritorno in Europa evidentemente non basta, anche guardando oltre i punti persi per strada. Indubbiamente, sul volo per il ritorno Thohir avrà da riflettere anche sui puntelli da aggiungere alla rosa per farla crescere soprattutto qualitativamente: perché le fondamenta ci sono e sono anche buone, ma la casa non è ancora completamente adorna e considerando che le dirette concorrenti per i posti in Europa continuano anche loro a perdere punti e punticini qui e là, l’amarezza cresce. Marco Fassone ieri ha dichiarato che gli acquisti saranno fatti secondo delle linee guida: la speranza è che siano studiate con cura, perché comunque gli sforzi compiuti sin qui non possono essere gettati alle ortiche.
NATALE A CASA – Doveva essere un calendario quasi da discesa libera, si è rivelato uno slalom gigante su una pista nervosa e piena di gobbette che hanno fatto perdere il ritmo. Adesso rimane l’ultimo rush prima delle sospirate vacanze natalizie, da consumarsi in un fiato e soprattutto quasi tutto tra le mura amiche, fatta eccezione per la dura trasferta a Napoli dove Walter Mazzarri tornerà da avversario. Prima il match di Coppa Italia col Trapani (piano con le ironie, quella di Roberto Boscaglia è una squadra che gioca bene e che non avrà nulla da perdere), poi il Parma del grande ex Antonio Cassano (operato al naso proprio ieri) e, dulcis in fundo, il derby. Gara cruciale sotto ogni aspetto, anche perché stavolta Thohir porterà allo stadio tutta la prole, e un secondo risultato deludente sotto i suoi occhi potrebbe davvero rendere indigesto il Natale a tutto il mondo nerazzurro, con lui in cima alla lista.
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