Nell'edizione odierna de Il Corriere dello Sport troviamo una lunga intervista a Diego Milito, che ha parlato di tantissime tematiche legate al mondo Inter. Dal suo stato di forma allo scudetto, passando per Moratti e le rivali in campionato e concludendo con il rinnovo contrattuale.

Milito, come si sente?
"Bene, sempre meglio. E' da un po' che mi alleno con la squadra e sono sulla strada giusta".

A che percentuale di forma è adesso?
"Indicare una percentuale è sempre difficile ed esattamente non saprei che dirvi. Di certo miglioro giorno dopo giorno e le risposte sono sempre più positive".

Dopo la sosta rivedremo il vero Milito?
"Per essere al top ho bisogno di disputare qualche partita perché la forma la trovi quando giochi con continuità. Mi manca ancora un po', ma sono fiducioso".

Se l'Inter avesse partecipato all'Europa League, lei avrebbe avuto più chance di scendere in campo.
"Con più partite in calendario e un turn over più massiccio, in effetti, ci sarebbero state più possibilità di giocare. Le coppe europee purtroppo però quest’anno non le disputiamo e sto cercando di entrare in forma allenandomi forte".

Quanto è stato difficile 'frenare' la sua voglia di tornare in campo questa estate?
"Avrei potuto esser pronto per la prima giornata di campionato e con il preparatore atletico che era venuto con me in Argentina (Scanavino, uomo di fiducia del dottor Combi, ndi) ho valutato quest'obiettivo, ma avrei dovuto accelerare il processo di guarigione. Non sarebbe stata la scelta giusta perché il rientro doveva essere graduale dopo un infortunio così importante".

Ha mai pensato di dover smettere di giocare?
"Mai. Fin dal giorno dopo l'operazione ho sempre avuto una grandissima voglia di tornare in campo".

Dopo la doppietta al Sassuolo, quando l'ha abbracciata nello spogliatoio, cosa le ha detto Moratti?
"Quelle frasi rimarranno tra noi due come è giusto che sia, ma il presidente è stato carino con me. Non solo lui, ma anche la squadra, lo staff tecnico, i fisioterapisti e tutti i dirigenti".

Sorpreso che Moratti abbia ceduto la maggioranza del club?
"Tutto quello che farà, sarà solo per il bene dell'Inter perché Massimo Moratti... è l'Inter e lo sarà per sempre visto ciò che ha vinto e ha dato alla società. Rimarrà sempre un mito per la gente nerazzurra ed è stato eccezionale a trasmetterci tranquillità anche se cede una parte delle sue quote".

Con i suoi 75 gol è a -2 gol da Angelillo e a -3 da Serena. Si rende conto che può entrare nella top ten degli attaccanti più prolifici della storia nerazzurra?
(Sorride) "Non lo sapevo perché non presto molta attenzione ai numeri, ma adesso che me lo avete detto, non nascondo che per me è un motivo di grande orgoglio essere così vicino a raggiungere un simile traguardo".

Palacio-Milito può diventare la coppia-gol più prolifica del campionato?
"Lo scorso anno dopo l'infortunio ho sempre detto che mi era rimasto l'amaro in bocca per aver giocato poco con Rodrigo, che reputo una persona straordinaria e fondamentale per la nostra squadra. Quest'anno, però, ci sono anche Icardi e Belfodil, due attaccanti fantastici, due giovani che ci daranno tanto, nel presente e nel futuro. parlare solo di me e Palacio sarebbe riduttivo perché tutti possono contribuire a far bene".

Alla Roma lei non segna da quasi 3 anni e mezzo. E' arrivato il momento di interrompere il digiuno?
"Lo spero con tutto me stesso. La cosa più importante, però, è la vittoria della squadra: sarei felice se l'Inter conquistasse i tre punti anche senza un mio gol perché un successo per la classifica avrebbe un valore particolare. Certo, se avessi l'opportunità di scendere in campo e di segnare, tutto sarebbe ancora più speciale".

La Roma l'ha stupita con il suo en plein di successi in questo inizio di stagione?
"Direi di sì perché collezionare sei vittorie su sei è difficile anche per le grandissime squadre. La Roma non c'era mai riuscita nella sua storia e quindi sta facendo qualcosa di eccezionale. Guardando la loro rosa, però, una simile partenza non è una sorpresa: i giallorossi hanno una formazione di alto livello e tanti giocatori di qualità capaci di fare la differenza in qualsiasi momento del match. Li rispettiamo, ma non li temiamo".

Cosa l'ha impressionata di più della Roma finora?
"Il gioco propositivo espresso. Il 4-3-3 di Rudi Garcia è molto offensivo, punta su esterni bravi a saltare l'uomo e su una difesa solida che subisce poche reti. Solo il Parma è riuscito a perforarla e questo vuol dire che la Roma è tosta e dura da sconfiggere. Anche al Lille Garcia esprimeva un calcio simile, ma essersi confermato in Serie A è un titolo di merito".

Qual è il segreto di Totti che a 37 anni ha la brillantezza di un ventenne?
"Francesco è un campione assoluto e i campioni sono così: semplicemente non riesci mai a capire come facciano a fare certe cose. Lui ha una testa fortissima oltre a qualità tecniche incredibili. Corre come un ragazzo di 20 anni ed è in una forma eccezionale".

In carriera è mai stato vicino a diventare compagno di squadra di Totti?
"Io direttamente non ho mai avuto contatti, ma prima di andare al Genoa, nel gennaio 2008, il mio procuratore (Fernando Hidalgo, ndi) parlò con i dirigenti della Roma. Volevano sapere se ero disposto a lasciare il Saragozza per andare nella capitale. Alla fine non se ne fece niente".

Qual è il pregio principale di Mazzarri come allenatore?
"Non mi piace parlare tanto del mio tecnico, ma mi sembra evidente che ci abbia già dato tanto, sotto tutti i profili. Con lui si è rivista una squadra con un'identità e idee chiare. Le formazioni di Mazzarri le hanno sempre messe in mostra e sta succedendo anche all'Inter".

Mazzarri le ricorda qualche tecnico che ha avuto in passato? Magari Mourinho...
"Fare certi paragoni è difficile perché ognuno ha il suo stile e il suo metodo di lavoro".

Dopo un 2012-13 da incubo, si aspettava una partenza così dell’Inter?
"Quando inizia una nuova stagione, è normale aspettarsi sempre il meglio. Abbiamo fatto un ottimo ritiro e il sogno di togliersi subito grandi soddisfazioni c'era. Per il momento sono contento dei risultati che abbiamo ottenuto, ma la strada è lunghissima e non abbiamo fatto ancora niente. Per vedere l'Inter al massimo ci vorrà del tempo perché abbiamo cambiato molto e sarà necessario lavorare e avere un briciolo di pazienza".

Qual è l'obiettivo della stagione nerazzurra?
"Andare avanti partita dopo partita. Veniamo da un anno duro come risultati e infortuni: meglio non porsi troppi obiettivi".

Metta da parte per un attimo la diplomazia. Firmerebbe per il terzo posto con conseguente ritorno in Champions League?
"Vediamo alla fine quello che sarà successo. Sono però convinto che facendo le cose per bene, possiamo arrivare in alto ed essere tra le prime tre al termine del campionato".

Qualcuno ritiene che l'Inter attuale sia già da scudetto. Troppo presto per pensare al tricolore?
"Da quando sono arrivato a Milano, siamo sempre stati indicati tra i favoriti. E’ il 'gioco' dei giornalisti e in fondo, visto che siamo l’Inter, è anche normale che ci carichino sulle spalle questo pronostico. Realisticamente, però, dico che parlare di scudetto per noi è prematuro".

Qual è la sua favorita nella corsa per lo scudetto?
"Dico tre nomi: Juve, Roma e Napoli".

Perché Benitez può fare bene a Napoli dopo non essersi tolto molte soddisfazioni all'Inter?
"Qua è arrivato in un momento difficile: la squadra aveva vinto tutto e ripetersi era complicato. Rispetto ai due anni di Mourinho ha provato a cambiare tanto, sia per quel che riguarda i metodi di allenamento sia per quel che riguarda il modo di giocare, ma è andata male anche a causa degli infortuni che in quei sei mesi hanno ridotto l'organico a sua disposizione. Nessuno deve comunque dimenticare che con lui abbiamo vinto due titoli. Dobbiamo essergli grati per ciò che ha fatto sulla panchina dell'Inter".

Le piacerebbe giocare una partita con la fascia da capitano al braccio prima della fine della stagione?
"L'ho indossata lo scorso anno con l'Atalanta negli ultimi 15'. Non penso di portarla di nuovo, ma non nascondo che se ne avessi l'opportunità sarebbe un motivo di orgoglio essere il capitano di una come l'Inter".

Cosa farà Milito nell'estate 2014: tornerà in Argentina, resterà all'Inter o riabbraccerà il Genoa?
"Bella domanda, bella domanda davvero... La verità è che non lo so perché non ci ho ancora pensato per bene. Sono sincero: in questo momento il futuro è il mio ultimo pensiero sia perché a giugno manca tanto tempo sia perché penso solo a tornare al massimo dopo tutto quello che ho passato. Quando stai fuori e soffri perché ti manca la salute, non hai altri pensieri per la testa se non quello di aiutare i compagni a dimostrare che sei di nuovo al massimo. Tutto il resto passa in secondo piano".

Il suo agente, però, ha già abbozzato un discorso per il rinnovo del contratto con spalmatura dell'ingaggio. A che punto siamo della trattativa?
"Ne abbiamo parlato un po', ma adesso è inutile affrontare questo discorso: è presto e ho altre priorità".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 04 ottobre 2013 alle 08:45
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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