Il giorno dopo il derby di Milano tocca a Beppe Marotta analizzare quanto avvenuto nella stracittadina. A Radio Anch'io Lo Sport, l'amministratore delegato viene ovviamente "interrogato" anche su tanti altri temi. "Ci tengo a sottolineare come sia stato un bellissimo spot per il mondo del calcio - dice Marotta -. La partita è stata vista in 150 Paesi, 60mila spettatori circa, una partita vibrante, senza respiro, con grande correttezza in campo e belle coreografie. Il rammarico rimane perché abbiamo tentato di ottenere l'intera posta e non ci siamo riusciti, merito anche dell'avversario. Non dobbiamo dimenticare che il calcio è un fenomeno sociale oltre che sportivo, ieri è stato un grande esempio in questo senso".

Il distacco dal Milan.
"Siamo in una fase altamente interlocutoria del campionato. Siamo la squadra che ha giocato sette partite fuori casa e cinque in casa contro le altre che ne hanno giocate sei. Sono piccoli dettagli ma è meglio aspettare la fine del girone. La differenza è rappresentata dal fatto che il Milan è cresciuto con la gestione Pioli, ha raggiunto un livello massimo e ha un ruolo da candidata allo scudetto. Noi siamo campioni in carica e dobbiamo onorare il tricolore sulla maglia, ma quest'anno vedo un bellissimo campionato".

Il nuovo stadio.
"Dello stadio se ne occupa Antonello, però le cose stanno procedendo nel verso migliore. E' una forte esigenza dei club, c'è comunione d'intenti con il Comune. Le proprietà sono favorevoli. Auspico si possa partire quanto prima perché lo stadio è un asset patrimoniale e un contenitore di emozioni. E' un'esigenza importante".

I cambiamenti nel regolamento e il Var.
"E' un regolamento che spessissimo risulta un po' ambiguo e deve essere continuamente rivisto per il cambiamento della parte agonistica in campo. La velocità è cambiata e il regolamento si adegua, ma viene formato da un organismo vetusto come l'Ifab, composto da componenti del calcio anglosassone. Non c'è una rappresentanza europea omogenea, spesso questi personaggi non conoscono le dinamiche. Noi dirigenti cerchiamo di cambiarlo ma non è cosa facile. La speranza è che Collina, dall'alto della sua esperienza, possa mitigare questi scompensi. Il Var? E' stato introdotto da qualche anno. Sono favorevole a introdurre la tecnologia se limita gli errori. Anche il Var non debella tutti gli errori, sicuramente ci sono state modifiche regolamentari dopo l'introduzione e quindi bisogna proseguire su questa strada perché la tecnologia va sfruttata al meglio, dando una certezza all'attività dell'arbitro di campo che deve decidere autonomamente".

Il mercato di gennaio.
"Oggi siamo concentrati su questa rosa, gran parte di questi giocatori sono campioni d'Italia. Va riconosciuto il merito. La squadra sta rispondendo alle aspettative. Siamo omogenei nei reparti, non credo faremo cambiamenti a gennaio anche se stiamo monitorando per il futuro".

Le difficoltà economiche del calcio.
"Il nostro presidente federale sta lavorando molto bene, ma il fenomeno di difficoltà è europeo se non mondiale. A noi la pandemia ha generato 1,1 miliardi di danni. Al nostro interno dobbiamo mitigare il costo del lavoro perché sproporzionato rispetto ai ricavi, ma il rimedio è un'attività di un modello diverso di sostenibilità, che preveda un ribasso dei costi e la valorizzazione delle risorse. La politica deve però essere più attenta al nostro mondo, accettando ad esempio la rateizzazione dei contributi sugli stipendi dei calciatori. Oggi il problema non è economico ma soprattutto finanziario. I club falliscono non per perdite economiche che possono essere colmate da vendite dei giocatori come quelle sofferte che abbiamo fatto noi".

Il futuro con Suning.
"Il nostro futuro sarà sicuramente con Suning, che ha profuso centinaia di milioni di euro. Hanno affermato più di una volta, anche a noi, di voler proseguire, certamente in un modello che non potrà essere quello di prima ma un modello di sostenibilità interna. Si possono usare una competenza e la creatività sul mercato. L'obiettivo non è dispensare illusioni ma l'ambizione fa parte integrante del club".

La mancanza di vittorie negli scontri diretti.
"Rispetto a una valutazione più ampia questo è un difetto, dobbiamo migliorare. I particolari fanno la differenza ma ci confortano le prestazioni altamente positive. Non abbiamo sfruttate le occasioni negli scontri diretti, vedi i rigori contro Juventus e Lazio. Ieri le occasioni per vincere le abbiamo avute, col massimo rispetto del Milan, e non le abbiamo sfruttate. Dobbiamo essere più cinici e furbi".

La Superlega.
"La Superlega principalmente è nata come un grande campanello d'allarme di un modello che non garantiva più sostenibilità. Questo campanello deve portare a un modello europeo che garantisca questo, anche da parte degli organismi come la Fifa, l'Uefa, bisogna capire che i calendari devono essere fatti rispettando il rischio d'impresa che corrono i club, con maggiore elargizione dei compensi visto che i tornei sono molto appetibili. L'Uefa ha varato tre tornei, il calcio europeo rende ed è giusto che i club vengano tenuti in considerazione".
Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 08 novembre 2021 alle 09:30
Autore: Redazione FcInterNews
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