La caduta più brutta, nel momento meno opportuno. L’Inter torna da Napoli annichilita nell’animo e nelle idee, schiacciata dai risultati delle inseguitrici che ora obbligano la squadra di Spalletti all’ennesimo aut aut stagionale: vincere o morire, contro l’Empoli. Sarà una sfida complicata per tutte le variabili in gioco, dalla sfida in panchina tra Spalletti e Andreazzoli alle motivazioni che avranno i toscani, aggrappati a quel punto di vantaggio sul Genoa che garantirebbe loro la permanenza in Serie A. Difficile, come la storia dell’Inter impone. Ma quel che preoccupa di più è la condizione mentale di una squadra instabile che come Dorando Petri continua a incespicare a un nonnulla dal traguardo. E ormai i matchpoint sono finiti.

FLEBILI - La partita dell’Inter al San Paolo dura dieci minuti. Ad inizio gara, la squadra di Spalletti costruisce bene e si pone nel modo giusto nei confronti di questo big match, partendo dal basso e provando a saltare costantemente la pressione del Napoli che aspetta i nerazzurri. L’ammonizione che Politano rimedia a Koulibaly, saltandolo di netto al limite dell’area, è la cartolina e sembra il migliore degli auspici per Spalletti. Poi, in uscita, l’errore di Asamoah che spalanca la porta a Zielinski e il tiro su cui Handanovic può nulla. È l’inizio della fine, anche perché da quel momento in poi la squadra fatica a mettere insieme due passaggi consecutivi e Lautaro soffre molto fra Koulibaly e Albiol. Per salire, l’Inter si affida a Nainggolan che è troppo solo e come un fiammifero si spegne. Come tutta l’Inter

BLACK OUT - Nella ripresa, Spalletti osa fin dal primo minuto la difesa a tre e il tandem d’attacco con Martinez e Icardi. L’approccio sembra positivo, risponde positivamente a livello di palleggio ma si schianta sulla rete di Mertens che ingabbia i buoni propositi e cancella definitivamente il piano partita di Spalletti. Lautaro spara a salve, perché prima Koulibaly e poi la traversa gli negano il gol che avrebbe riaperto la partita. Il condizionale è d’obbligo, anche perché sul finire di gara si schianta sull’Inter come un tornado Fabian Ruiz, uno dei centrocampisti più eclettici e interessanti del campionato che dopo un girone di ritorno a targhe alterne mostra la propria intelligenza siglando la doppietta che condanna l’Inter alla seconda peggior sconfitta stagionale. 

CONSIDERAZIONI - Comunque la si presenti, la gara contro l’Empoli sa di beffa atroce. Perché da questa squadra ci si aspettava molto di più, è vero, ma perlomeno non si credeva possibile ci si dovesse ridurre di nuovo all’ultima giornata per confermarsi nell’Europa dei grandi. Anche perché l’anno scorso è stata una rincorsa entusiasmante, questa stagione l’Inter si è iscritta ad una lunga competizione di nascondino in cui i giocatori si nascondono in campionato e la squadra prova a mimetizzarsi nella corsa ai quattro posti. E ora che il terzo posto sembra quasi sfumato, c’è da scrollarsi di dosso il pessimismo insito nella squadra e dare un’ultima, giusta prova d’orgoglio per chiudere una stagione controversa che vedrà cambiamenti su tutti i fronti. Barricarsi al quarto posto, è l’unica cosa che conta. Poi si potrà parlare di Spalletti, del nuovo attaccante titolare, della rivoluzione a centrocampo e degli introiti dal mercato estero. Ma, fino a domenica alle 17, deve esistere solo l’Empoli. Perché se non si vince in casa, probabilmente di fronte al tutto esaurito, non c’è domani. 

VIDEO - GOL DI ICARDI, L’INSULTO DI WANDA SU INSTAGRAM AI TELECRONISTI 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 20 maggio 2019 alle 08:15
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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