Si tratta di freddi numeri e lasciano spazio a ogni sorta di interpretazione, ma non possono essere ignorati. Uno degli aspetti che colpisce maggiormente dell’Inter di oggi, quella che ha rimediato bastonate da Cagliari e Fiorentina e non ha convinto contro il Qarabag, è l’atteggiamento troppo rinunciatario, molle, quasi rassegnato e ben poco aggressivo. Confrontando la scorsa stagione, gestita in toto da Walter Mazzarri, con le prime sei giornate di questo campionato (per ovvi motivi l’Europa League non può essere considerata cartina di tornasole), si evincono alcune statistiche che confermano le valutazioni sopra citate. Una delle voci che testimoniano con maggiore forza la mentalità di una squadra in campo è il tackle: da una parte, perché conferma o smentisce l’aggressività in fase difensiva; dall’altra, perché evidenzia la qualità dei propri giocatori e il modo in cui, insieme, interpretano la partita.

POCA VOGLIA DI AGGREDIRE - Dal punto di vista difensivo, nella scorsa stagione l’Inter ha cercato 1378 tackle, vincendone 631 (46%). In questo primo scorcio di campionato, la squadra nerazzurra ha cercato finora 198 recuperi, portando a casa il risultato 84 volte (42%). Ergo, considerando la media delle giornate del torneo, si va meno a cercare il recupero del pallone e si vincono meno contrasti. Segnale di aggressività in calo, sia nelle intenzioni sia nel concreto, spiegabile anche dall’impiego contemporaneo di più giocatori con i piedi buoni e meno bravi in fase di interdizione.

SI PERDONO TROPPI TACKLE - Quando è l’Inter ad avere il pallone, invece, arrivano ulteriori conferme sulle sensazioni a pelle. Nella scorsa stagione i nerazzurri hanno subito 897 tackle, perdendo il pallone 496 volte (55%). In queste prime sei giornate, gli uomini di Mazzarri sono stati ‘aggrediti’ 102 volte, 65 con successo per gli avversari (64%). In altre parole, considerando la media delle partite del torneo, i nerazzurri subirebbero meno tackle, perdendone però di più. Statistica che si traduce in una minor convinzione dei giocatori dell’Inter nel cercare il dribbling (pesa anche lo scarso impiego di Guarin, il principale dribblatore della scorsa stagione) e nella scelta strategica degli avversari di attendere, anche in virtù di una gestione sterile del possesso palla (e la tabella sotto lo conferma).

STATISTICHE DA INVERTIRE - Nulla esclude un’inversione di tendenza da questo punto di vista, anzi è quasi d’obbligo. C’è bisogno di maggiore aggressività da parte di tutti, più incisività nella manovra offensiva, e soprattutto più convinzione da parte dei giocatori con qualità, affinché mettano il loro talento al servizio della squadra, saltando l’uomo e creando superiorità numerica dal centrocampo in su. Le statistiche, nelle prossime 32 partite di campionato, possono ancora cambiare così come la posizione in classifica dell’Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 10 ottobre 2014 alle 16:21
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print