Che Mauro Icardi sia un diesel lo conferma anche la scorsa stagione, quando prima di iniziare la scalata verso il titolo di capocannoniere assieme a Luca Toni iniziò la stagione con poche reti, 7 nelle prime 12 giornate di campionato (dato influenzato dalla tripletta al Sassuolo alla seconda). Dopo altrettanti turni, l’attaccante rosarino ha racimolato appena 3 gol ma con l’attenuante di due partite in meno (assente contro Carpi e Roma), quasi tre considerando l’uscita dal campo contro l’Atalanta alla prima giornata dopo neanche un quarto d’ora di gioco. Desta comunque sorpresa il bilancio dell’ex Sampdoria, atteso alla stagione della consacrazione dopo un rinnovo significativo che la società gli ha garantito, anche come segno di fiducia, unito alla fascia da capitano che Mancini gli ha voluto consegnare sin dal primo impegno ufficiale.

INVOLUZIONE STATISTICA - Al di là del bottino di reti piuttosto magro per il classe ’93 argentino, spicca finora una sua involuzione generale sottolineata da molte altre statistiche. Appena 1,5 conclusioni verso lo specchio della porta in media a partita, di cui 1,1 nella zona fra area piccola e 16 metri. Difficile sperare di collezionare reti se non si riesce a tirare e da questo punto di vista lo sfogo post-Bologna ha un suo perché. Ma se, come dice lui, i compagni faticano a servirlo è anche a causa della scarsa visibilità che ne caratterizza la presenza in campo. Icardi infatti, pur cercando di dare una mano su tutto il fronte offensivo, non riesce a dettare passaggi limpidi ai compagni che faticano così a servigli palloni giocabili. Sotto questo aspetto pesa anche la partecipazione alla manovra di un centrocampo prettamente muscolare, non certo brillante dal punto di vista dei passaggi chiave. Una voce, quest’ultima, che non vede eccellere lo stesso attaccante: appena 0,7 assistenze potenzialmente pericolose ai compagni, con 0,7 dribbling e 0,5 falli subiti, decisamente numeri molto bassi per una prima punta quasi sempre titolare. Inoltre, Maurito non brilla neanche per lucidità, considerando i 3,5 passaggi corti sbagliati in media, gli 1,5 tocchi imprecisi a partita e gli 0,4 palloni persi. Valori bassi questi ultimi, ma alla luce della sua partecipazione non molto significativa alla manovra nerazzurra non andrebbero sottovalutati.

GIUSTIFICAZIONI - Ma al di là delle fredde statistiche, che qualche indicazione comunque la offrono, è giusto spezzare più di una lancia in favore di Icardi, che oggi sta pagando il cambio di atteggiamento tattico dell’Inter rispetto alla scorsa stagione. Non è solo l’assenza di Palacio, suo principale ispiratore, a rendergli la vita difficile. Il fatto di non avere al fianco un altro catalizzatore di attenzioni, tradotto in seconda punta classica, attrae su di lui tutte le attenzioni dei difensori che spesso lo raddoppiano e gli impediscono di ricevere palloni giocabili o di smarcarsi nel cuore dell’area. Lo stesso attaccante lo ha ammesso in tempi non sospetti, si trova più a suo agio con un compagno di reparto al fianco e né il tridente né il 4-2-3-1 sono, al momento, i moduli ideali per le sue caratteristiche. Nel servizio di VideoInter.it, i motivi per cui bisogna continuare a puntare su Maurito.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 13 novembre 2015 alle 22:22
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print