Tornare a conquistare titoli, ma anche e soprattutto tornare un club sano dal punto di vista finanziario: questi, a grandi linee, i principali obiettivi del neo-presidente dell'Inter Erick Thohir. Che però deve vedere le buone intenzioni scontrarsi con i numeri, impietosi, delle ultime due stagioni, che dal punto di vista finanziario lasciano pochi alibi e margini di manovra. Il dossier proposto dal sito Calcio&Finanza è in questo senso abbastanza eloquente: nelle ultime due stagioni (2011/2012 e 2012/2013), quelle che saranno prese in considerazione in fase di prima applicazione del regolamento sul Fair play finanziario, la società nerazzurra, si legge, "ha accumulato una perdita netta aggregata di 157 milioni (77,19+79,88), quasi 3 volte e mezzo di più del rosso di 45 milioni ammesso dalla Uefa come soglia massima per ottenere la licenza di partecipare alle competizioni europee nel 2014/2015. Ma anche facendo ricorso alla cosiddetta “clausola Paolillo” (dal nome dell’ex ad del club nerazzurro, che in fase di negoziazione tra i club e l’Uefa aveva lavorato per rendere più elastiche le regole del Financial fair play) i nerazzurri avrebbero qualche difficoltà a centrare l’obiettivo. Tale “clausola”, nella sua interpretazione più estensiva e favorevole ai club, prevede infatti che gli ingaggi dei calciatori relativi ai contratti siglati prima del 1° giugno 2010 possano essere dedotti dai costi operativi, ma solo per il bilancio 2011/2012. In altre parole gli amministratori dell’Inter, che nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2012, hanno pagato stipendi lordi per 165 milioni, avranno la possibilità di non contabilizzare costi per circa 101 milioni, ovvero gli ingaggi pagati in quella stagione ai calciatori messi sotto contratto prima del 1° giugno 2010. Tuttavia anche facendo ricorso a questa clausola, ovvero non contabilizzando 101 milioni di salari, la perdita aggregata degli ultimi due esercizi sarebbe di circa 56 milioni e dunque superiore ai 45 milioni previsti".

Ciò non significa che l'Inter perderà il diritto da subito a partecipare alle manifestazioni europee, anche perché altri club di prestigio, come Chelsea e Paris Saint Germain, per il momento hanno problemi a rientrare nei parametri del FFP. Ma, si legge ancora, "è necessario che Thohir e la nuova gestione del club nerazzurro mettano a punto, e in tempi rapidi, un importante piano di risanamento, che consenta di dimostrare all’Uefa di aver intrapreso un cammino virtuoso. Un compito non facile per il magnate indonesiano, arrivato a stagione in corso e con i tifosi che si aspettano già a gennaio l’acquisto di qualche campione". Quest’anno i ricavi della Beneamata saranno leggermente più bassi per via della mancata partecipazione alle Coppe, a causa della quale "l'Inter incasserà solo la propria quota parte della torta dei diritti tv della Serie A (79,82 milioni), cui si aggiungeranno circa 30 milioni di sponsorizzazioni, 25 milioni da abbonamenti e biglietti e altri 25 milioni sotto la voce altri ricavi (attività legate allo sfruttamento del marchio da parte della controllata Inter Brand). Su questo fronte, almeno per ora, Thohir non ha alcuna leva su cui agire". E nemmeno la pista dello sponsor munifico, intrapresa ad esempio dal Paris Saint-Germain, potrebbe essere una strada percorribile in tempi brevi, perché comporterebbe una richiesta di aumento di contribuiti alla Pirelli o una nuova sponsorizzazione, strada difficile perché Marco Tronchetti Provera è ancora titolare di una quota azionaria. 

Non rimane che agire sui costi, in attesa che l'espansione del brand sui mercati asiatici dia i suoi frutti. Ma anche qui c'è poco spazio per agire: "Già quest'anno i costi operativi dovrebbero scendere attorno ai 170 milioni dai 213 milioni della stagione scorsa, grazie a un’ulteriore sforbiciata agli ingaggi dei calciatori, che dovrebbero passare dai 125 milioni della stagione 2012/2013 a circa 95 milioni al termine della stagione 2013/2014. Se questi target dovessero essere raggiunti, l’Inter potrebbe riuscire a raggiungere già a fine stagione il break-even a livello di Ebitda. Ma in questa voce non sono compresi nè gli ammortamenti nè il risultato del player trading. Anche quest’anno, infatti, l’Inter dovrebbe spesare ammortamenti per circa 60 milioni, che saranno solo parzialmente compensati dalle eventuali plusvalenze legate al calciomercato. Considerati gli oneri finanziari e eventuali altre spese, la previsione del club è di chiudere il 2013/2014 con un rosso vicino ai 60 milioni".

Le risorse, quindi, potrebbero arrivare anche da un'altra strada, quella delle cessioni di giocatori. Cessioni che per quest'anno includono una carta che paradossalmente finirebbe col fare il gioco della società nerazzurra: l'assenza dalle Coppe europee, che permetterebbe all'Inter di vendere i suoi giocatori con più mercato di essere ceduti con una valutazione più alta, essendo disponibili già a gennaio per Champions ed Europa League. "Questa effetto sovra-valutazione, tuttavia, verrà meno in estate quando a tutti calciatori che cambieranno casacca sarà consentito giocare le coppe nella stagione successiva. Un’opportunità quindi che se sfruttata al meglio consentirà al club nerazzurro di poter incassare importanti risorse fresche da girare sul mercato ed è un’opportunità che Thohir non vuole farsi sfuggire".
 

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 14 dicembre 2013 alle 15:50
Autore: Christian Liotta
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