L'intervista è dello scorso mese di aprile, ma le parole di Manuel Estiarte, ex fenomeno della pallanuoto internazionale e attuale dirigente del Barcellona, sono più che mai d'attualità. Estiarte e Guardiola sono grandi amici: Pep lavora sul campo, Manuel è, di fatto, la sua ombra: si occupa di comunicazione e fa da raccordo tra staff tecnico e società. Un po' come faceva Lele Oriali nell'Inter. Estiarte parla di tutto, dalle voci su Guardiola all'Inter alla grandezza di Messi. E, ovviamente, di Mourinho. Ecco l'intervista che Estiarte, ex giocatore della Pallanuoto Pescara, ha concesso a 'Il Centro'.

Estiarte, come fa il Barcellona a resistere così a lungo ai vertici europei?
"Questo è un grande merito e mi fa piacere che mi abbia fatto questa domanda. Ripetersi è la sfida più dura da vincere nello sport. E noi ci stiamo riuscendo. Essere competitivi, di nuovo, fino alla fine della stagione è già una grande impresa; noi siamo in corsa per tre titoli, ma sappiamo che non sarà facile bissare il triplete".

Bel calcio e gol a raffica, a Barcellona non ci si annoia mai.
"E si gioca ogni tre giorni! Siamo riusciti a fare dell’eccezionalità una normalità. Da noi ci si attende sempre il massimo. E’ quasi impossibilile, eppure ci riusciamo. La squadra è eccezionale, è già nella storia del calcio. E continua a scrivere nuove pagine".

Qual è la differenza tra Barcellona e Real Madrid?
"Parlo solo di quello che conosco, ovvero del Barcellona. Lo vivo tutti i giorni".

Quindi?
"Qui c’è grande talento. Messi, ad esempio, è il miglior giocatore al mondo. Ha 23 anni, gioca ogni tre giorni ed è sempre al massimo. Fa il Maradona ogni tre giorni, è questa la sua grande forza. Ricordo Maradona con alti e bassi nella sua grandezza; Leo no, è sempre eccezionale, in ogni partita. E aggiungiamoci che Messi gioca in una squadra in cui ci sono otto campioni del mondo. Qui, c’è talento allo stato puro e poi c’è l’appartenenza allo spirito catalano. Noi ci teniamo a fare sempre bella figura senza mai snobbare nessuno. Senza contare che...".

Senza contare che cosa?
"Qui, c’è il miglior allenatore del mondo. Pep Guardiola è un amico, sono di parte. Ma mi sorprende ogni giorno, è il suo lavoro il vero segreto per restare ai vertici del calcio mondiale senza cali di tensione".

Come avete festeggiato il 5-0 al Real?
"In maniera meno eclatante di quello che ci si può immaginare. Tanta allegria, certo. Ma niente di particolare".

Che cosa ha portato Mourinho al calcio spagnolo?
"Ha portato diversità. Per lui ho massimo rispetto, ma la sua maniera di esprimere il proprio pensiero è diversa dalla mia. Ma non lo conosco e, quindi, ho massimo rispetto, perché è un grande allenatore, una manna per i giornalisti anche in Spagna".

Come fa Guardiola a resistere alle provocazioni di Mourinho?
"Sono diversi. Pep, come tutti i catalani, sceglie il basso profilo: lavora e sta zitto. Fa parlare i fatti".

Ma Mourinho lo becca spesso.
"Mourinho attacca gli arbitri, perché deve rispondere Pep? Mourinho attacca la Lega per il calendario, perché deve rispondere Pep?".

Guardiola fino a quando resterà al Barcellona?
«Di certo, fino al 2012. Lui firma anno per anno».

In Italia c’è chi lo immagina sulla panchina dell’Inter e chi, invece, su quella della Roma.
"Ma lui è qui. Le voci stanno a zero".

Lei seguirà Guardiola quando andrà via dal Barcellona?
"Probabilmente sì. A meno che non vada in Russia...".

Una curiosità, perché Guardiola parla solo in conferenza stampa?
"E’ stata fatta una scelta sin dall’inizio. Pep riserva le energie fisiche e mentali al campo e all’organizzazione del lavoro. Se si mette a rispondere a tutte le richieste di interviste è la fine. Lui ha rispetto per tutti: sono tutti importanti, dal Corriere della Sera fino al giornale di Francavilla".

Eppure con la Rai...
"E’ stato un tradimento abbinato a una nostra ingenuità. Siamo stati contattati affinché Pep rilasciasse una dichiarazione per il centenario del Brescia. Ma a Pep hanno fatto anche altre domande e lui per educazione ha risposto. Lo ha fatto ingenuamente. La Rai ci aveva garantito che non sarebbero state utilizzate e, invece, è successo un casino. Mai più singole interviste".

E’ pura fantasia immaginare Messi lontano dal Barcellona?
"Ha 23 anni, che cosa ne so? Al momento, ti rispondo di no. Lui è un ragazzo molto riconoscente. Faccio un esempio, lo sponsor tecnico: lui è fedele all’Adidas perché ha creduto in lui sin da piccolo. E negli anni ha rinunciato a tutte le lusinghe della Nike pur di non tradire".

Il calcio italiano visto da Barcellona?
"Seguitissimo. Tutti i nostri ragazzi si informano sulla serie A, soprattutto Piqué, Milito, Villa e Xavi".

Si aspettava il crollo dell’Inter?
"Secondo me, sta pagando la grandezza della passata stagione. L’ha pagata all’inizio, lasciando troppi punti per strada".

Come gestite la relazione sentimentale tra Piqué e Shakira?
"Che problema c’é? Sono due ragazzi che si vogliono bene. Il problema è più degli altri, dei giornalisti in particolar modo".

Le accuse di doping che arrivano da Madrid?
"E’ arrivata da una radio, non merita risposta. A Madrid ci provano in tutti i modi. Lasciamo perdere...".

Come avete vissuto il dramma di Abidal?
"E’ stata la notizia più brutta di tutto l’anno. Gli vogliamo molto bene, è una persona di grande cuore, un uomo di valore. E’ stata dura, ma lotta a denti stretti. E noi con lui. Mercoledì era al mio fianco in tribuna. E’ forte".
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 02 maggio 2011 alle 10:30 / Fonte: Il Centro 'Quotidiano d'Abruzzo'
Autore: Alessandro Cavasinni
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