Mai come in questa stagione, forte delle precedenti imprese, il Verona è andato a San Siro con la convinzione di poter battere l’Inter, per la prima volta nella sua storia in trasferta. Neanche ai tempi del miracolo di Osvaldo Bagnoli i presupposti erano così lucidi, con un’Inter reduce da tre battute a vuoto e qualche sofferenza difensiva di troppo, ma soprattutto con un Mazzarri non certo sereno per un contesto da lui considerato ‘opinabile’. Fatto sta che se la storia ha sempre negato la W agli scaligeri, in quel di Milano, un motivo ci sarà. Neanche 12 minuti e si è capito come sarebbe andata la serata del Meazza, nonostante l’apprezzabile invasione veneta: due reti e match indirizzato, neanche nei sogni più gradevoli di Mazzarri.

SUL TAVOLO VERDE - Il manto del Meazza non può certo essere definito un tavolo verde, in Inghilterra ci sbeffeggerebbero più di quanto stanno facendo per la richiesta di Vidal a Madrid. Eppure, più che a pallone, l’Inter ha giocato a biliardo, oppure a poker, fate voi. In entrambi i casi, sul tavolo verde. Il poker è stato servito, e su questo non si discute. Ma quel che spicca è che entrambe le figure nascono da giocate di sponda con la stecca degne del signore Quindicipalle interpretato da Francesco Nuti. Jonathan, Palacio, Cambiasso e Rolando si sono trovati senza accorgersene il pallone buono per battere Rafael. E se questi fossero schemi, tanto di cappello a Mazzarri.

SALVIAMO IL SOLDATO HUGO - La fortuna c’è stata, dopo aver abbandonato i nerazzurri nelle precedenti uscite. Ma la dea bendata non può sempre risolvere le pause di riflessione che la difesa nerazzurra si concede troppo spesso. I gol dell’Hellas nascono da distrazioni e da movimenti non corretti, e in altre occasioni Carrizo ha rischiato di capitolare. Mazzarri sperava di dare una sterzata dopo le tre sberle prese da Roma e Torino, invece anche gli scaligeri timbrano due volte il cartellino. Siamo alle solite, se manca il numero 14 i buchi dietro aumentano. Lo dicono le statistiche. Qualunque sia il problema, dunque, è il caso di salvare il soldato Campagnaro subito.

LA SVEGLIA DI ROLANDO - È comunque un’Inter da 10. Non c’entra il voto in pagella, ma è il numero di marcatori diversi dopo 9 giornate di campionato. Rolando è entrato in lista, in pratica è come se, escluso il portiere, tutti i giocatori avessero trovato la via della gioia personale. Anche contro l’Hellas, quattro ‘bomber’ differenti, a conferma del gioco di Mazzarri che coinvolge tutta la squadra e porta vari calciatori dalle parti dell’area avversaria. Se questo non è gioco di squadra… A proposito di Rolando, ha più di una colpa sul gol di Martinho e sembra soffrire troppo la fisicità di Toni. Poi, la sveglia, quella che non ti aspetti: pallonata involontaria di Guarin (che picchia duro su quel pallone) e pochi minuti dopo arriva persino il gol. Che il portoghese abbia bisogno del gong per alzare il proprio livello?

OMAGGIO AL NUOVO BOSS - Ultimo dettaglio, interessante. Erick Thohir, da quando è proprietario dell’Inter, si è goduto due partite ricche di gol. Ben sei a uscita, nella fattispecie con vittoria finale. Evidentemente è il modo per conquistare le simpatie dell’indonesiano, che in una dichiarazione aveva ricordato partite noiose dell’Inter, troppo arroccata in difesa, prima del nuovo corso. Ebbene, Thohir non avrà di certo nulla da lamentarsi e forse fare l’alba per vivere tante emozioni vale sempre la pena. Sperando che abbia ridotto il numero di sms inviati a Moratti, consentendogli di godersi tranquillamente la partita.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 27 ottobre 2013 alle 08:30
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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