Aveva 16 anni e non giocava neanche tra i professionisti quando Marco Branca lo ha strappato al Vasco da Gama e alla nutrita cerchia di concorrenti di blasone, in primis il Real Madrid, che gli aveva messo gli occhi addosso. Philippe Coutinho oggi sta dimostrando che i 4 milioni investiti allora sono briciole in confronto di ciò che il club potrebbe trovarsi tra le mani. Un campione, insomma. La società ha riposto la propria fiducia nel talento di quel ragazzino, ora spera di ottenere in cambio quanto sperato. E l’inizio di questa stagione sembra in linea con le aspettative. I 6 mesi in Spagna, all’Espanyol, sono stati utilissimi per la crescita personale e tecnica di Coutinho, tornato a Milano pronto per la sfida italiana.

Stramaccioni lo ha conosciuto in un periodo non semplice, vale a dire l’esclusione dalla lista dei convocati del Brasile per le Olimpiadi, ma alla lunga il tecnico ha benedetto questo episodio: la possibilità di valutare il 20enne fantasista brasiliano sin dalla tournèe in Indonesia ha fatto crescere, nel tecnico, la convinzione di poter contare su di lui. E contro l’Hajduk è arrivato l’apice di questa fiducia: gol capolavoro, il terzo, che ha chiuso i conti definitivamente a Spalato. Tra l’altro, partendo dalla panchina.

Oggi Coutinho è un giocatore importante per il nuovo corso, pur essendo un ‘vecchio’. Non agirà probabilmente da trequartista, il suo ruolo naturale, ma anche partendo da sinistra ha dimostrato di essere letale, perché i piedi sono sempre delicatissimi. E ora che anche il fisico è maturato, il potenziale intravisto nel 2008 sta prendendo corpo. L’ex Vasco, che in molti degli addetti ai lavori considerano il miglior ’92 del calcio brasiliano (superiore a Neymar e Lucas, tanto per capirci), è un classico esempio di lungimiranza da parte del club, che con lui ha scommesso piazzando una puntata eccellente.

L’ideale sarebbe stato replicare su un altro campioncino in erba, proprio quel Lucas Moura di cui tutti oggi parlano, ma proprio per il chiacchiericcio intorno al suo nome e per l’etichetta di anti-Neymar che in Sudamerica hanno costruito ad arte, l’operazione low cost non è più fattibile. Lucas è passato, nel giro di qualche mese, da promessa a stella del movimento brasileiro, un’immagine gonfiata a dismisura con l’intento di strappare, al potenziale acquirente, ben più di 4 milioni di euro. L’Inter non riuscirà a risparmiare, troppa l’enfasi intorno al nome del fantasista paulista, ma non si fermerà di fronte a questo scoglio.

Trattative alla Coutinho non sono semplici, potenzialmente con Juan Jesus ne è stata messa a segno un’altra (in attesa di conferme da parte del nazionale verdeoro, classe ’91 e pagato circa 5 milioni di euro) e i tifosi già sognano. Ma il vero colpaccio oggi sarebbe proprio Lucas, anche a livello mediatico. Proprio quella spinta internazionale di cui i nerazzurri avrebbero bisogno per guadagnare in popolarità dopo una stagione magrissima. Servono però soldi, tanti, e Moratti ci sta pensando. Certo, però, che riflettendo ai ‘colpetti’ Coutinho e Juan, investire una trentina di milioni su un altro baby brasiliano sembra davvero eccessivo. Il confronto, in altre parole, non regge e invita a un’attenta valutazione.

Ma il tifoso non pensa solo al mero denaro, ha bisogno di sognare e i due giovani talenti brasiliani attualmente in rosa non sono sufficienti. Lo stesso Stramaccioni immagina un’Inter con Lucas che dia creatività, velocità e imprevedibilità alla manovra offensiva, cui dovrebbe partecipare, sulla corsia opposta, il connazionale Cou. Magari, in futuro, con Juan Jesus a sbarrare la strada degli avversari. Brazil 2.0, insomma.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 05 agosto 2012 alle 16:45
Autore: Fabio Costantino
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