"Una volta di straniero c’ero solo io fra venti italiani, ora magari c’è un solo italiano in mezzo a tutti stranieri. Che dirle? Ciò che conta non è avere presidenti residenti all’estero, ma averli che capiscano di calcio". Così Herbert Prohaska intervistato dalla Gazzetta dello Sport. "I lcaso Icardi? È incredibile che un club come l’Inter sia in questa situazione. Una società del genere dovrebbe lottare sempre lo scudetto e vivere serena".

Ricorda un’altra Inter, vero? "Le dico solo che quando nel 1980 mi contattarono, l’offerta migliore era quella del Bologna, ma mi pressava anche il Milan. Non solo. Il mio amico Krankl mi telefonava per farmi andare al Barcellona, ma io scelsi l’Inter, anche se dopo due anni mi cedettero per Hansi Muller, che però arrivò già rotto. A Roma però sono stato felice, tant’è vero che quando presero Cerezo al mio posto per me fu una tragedia. Pensavo già di chiudere la carriera in giallorosso e cominciare ad allenare dalle giovanili. Viola poi mi disse che era stato il suo più grane errore. A quel punto fui vicino ad andare al Torino, dove giocava il mio amico Schachner, ma ero così deluso che preferii tornare a Vienna»"

 

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 18 ottobre 2016 alle 11:25 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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