Non volevo esser cattivo profeta nell'editoriale scritto la scorsa settimana. Ma il titolo: “Inter-Roma fondamentale, anche per il futuro di Stefano Pioli” rispecchiava la realtà. Purtroppo l'esame più difficile e nello stesso tempo più importante in questo momento della stagione, è stato fallito dal tecnico nerazzurro per una serie di motivi. Quello principale è molto semplice: ora la Roma è più forte dell'Inter e lo ha dimostrato sul campo, giocando tutta la gara con una sicurezza ed una conoscenza invidiabile dei movimenti proposti dal suo allenatore. Il tutto condito dall'apporto quasi inumano di Radja Nainggolan. Che giocatore. Quanti rimpianti per non averlo vestito di nerazzurro quando la cosa sembrava fattibile. Che la Roma sia fortissima è certificato anche dal fatto di aver battuto per 3-1 un'Inter comunque competitiva, che ha avuto molte occasioni per segnare e che ancora una volta ha dovuto giocare scontando la non serenità del signor Tagliavento verso i colori nerazzurri. Detto questo, non so se Pioli abbia sbagliato nel giocare con il 3-4-2-1 stravolgendo così abitudini consolidate e costringendo a muoversi da esterni a tutta fascia due ali offensive come Candreva e Perisic, mentre Joao Mario e il rientrante Brozovic avrebbero dovuto tentare di creare scompiglio centralmente. Non sono un allenatore, sulla carta la spiegazione di un tecnico di livello come Pioli di non voler dare punti di riferimento alla Roma, puntando sulla maggiore qualità possibile, ci sta. Ma il campo ha detto che quanto ipotizzato e poi provato in settimana non ha funzionato, Icardi è rimasto solo a lottare contro difensori di livello europeo, ma grazie alla sua capacità balistica capace di imporsi anche senza adeguata assistenza, è riuscito comunque a segnare il gol dell'illusione. Quello che non riesco ancora a mandare giù è aver giocato una partita così importante, con 60 mila spettatori frementi a San Siro, senza lo squalificato Miranda. Perchè? Per averlo schierato, nonostante la diffida, la settimana prima a Bologna contro un attacco praticamente inesistente. L'assenza del difensore brasiliano, che per carisma, classe e personalità, sarebbe stato invece il giocatore ideale per una sfida come quella di domenica sera, ha portato così Pioli a cercare soluzioni alternative per limitare i danni. Ma senza risultato. Avevo avuto strane sensazioni nella sala stampa di Bologna quando il mister provava, sorridendo, a minimizzare dicendo che l'Inter disponeva di giocatori importanti che avrebbero sostituito al meglio Miranda. Pienamente d'accordo. Ma non per Inter-Roma, la partita a cui chiedevamo tanto, oltre ai tre punti. Domenica volevamo capire se la squadra, reduce da nove vittorie nelle ultime dieci gare, fosse veramente allineabile a chi ci sta davanti. La risposta è che al momento non è così. Pioli ha pareggiato il derby all'ultimo respiro e ha perso con Napoli, Juventus e Roma. In mezzo, la sciagurata sconfitta con la Lazio in Coppa Italia, unico possibile e raggiungibile titolo da mettere in bacheca. Stefano Pioli è una bella persona, è un ottimo allenatore, se leggerà queste righe saprà che non c'è prevenzione nei suoi confronti, anzi. Si fa il tifo per lui. Da quando è arrivato a Milano, la squadra è tornata a vincere tante partite. Che prima spesso perdeva. Ma l'importanza di un club come l'Inter e le ambizioni targate Suning, vivisezionano ogni aspetto, ogni scelta, ogni movimento di chi è chiamato a guidare la Beneamata. Ora arriva il difficile per Stefano Pioli, perchè le voci, le indiscrezioni, su chi si siederà nella prossima stagione sulla panchina nerazzurra, aumenteranno a dismisura. Simeone, Antonio Conte, Massimiliano Allegri, addirittura si è scritto di un possibile ritorno di Josè Mourinho. Tutto nella norma, chi ha fonti attendibili, è giusto che porti avanti il suo lavoro di informatore. Ma intanto Pioli dovrà compiere lo sforzo maggiore, quello di tenere unito il gruppo come è riuscito finora, per tentare di tornare a vincere più partite possibili. Dopo il ko con la Roma, l'Inter è scivolata dal quarto al sesto posto, ma se sabato i giallorossi dovessero battere il Napoli all'Olimpico, la Beneamata potrebbero trovarsi a tre punti dai partenopei, naturalmente vincendo domenica a Cagliari. Insomma la corsa verso l'obiettivo è sempre più difficile, ma tutt'altro che chiusa. Guai a mollare adesso. Guai a cercare alibi nelle voci riguardanti la futura panchina dell'Inter. Su quella panca così prestigiosa, ma mai tranquilla, siede ora Stefano Pioli da Parma. Che ha i numeri per continuare a farlo. Lo deve dimostrare alla proprietà mettendo quel qualcosa in più capace di fare la differenza nelle ultime dodici gare di campionato. A partire da domenica al Sant'Elia di Cagliari dove c'è sempre il vento, la gente è orgogliosa e il pallone corre veloce. Non sarà facile vincere, ma sarà doveroso farlo. Forza Inter e forza Pioli. Per il futuro si vedrà.
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