Credere che una sconfitta, di misura, e sinceramente non meritata, contro il Real a Madrid, sia un buon risultato, è un pensiero da perdente. Reputare invece che la prestazione e il modo di affrontare l’esame spagnolo siano stati in parte buoni, pur ammettendo alcune problematiche, è un’analisi oggettiva di quanto successo in quel di Valdebebas.

Esaminare solo la gara contro i Galacticos sarebbe a mio avviso limitativo e limitante. Una gara può essere importante. Ma si può giungere ad una valutazione completa, e quindi più corretta, solo tenendo conto di tutta questa prima parte della stagione. Con i suoi pro e i suoi contro, dando anche il giusto peso alle incidenze esterne.  

Anzi, partiamo proprio da qui. Che i nerazzurri abbiano subito una grave serie di errori arbitrali è sotto l’occhio di tutti. E nessuno può incolpare gli atleti positivi al Covid-19. Fatti non preventivabili, né previsti, che sicuramente hanno rilevanza sui risultati altalenanti della Beneamata da settembre ad oggi. Tutto verissimo, ma come sottolineato più volte, tali problematiche non devono far sorgere degli alibi. Va benissimo che l’Inter non abbia vinto tutte le partite. Ci sta. Ma dato che i meneghini hanno una rosa profonda, da grande squadra, avrebbero potuto e dovuto raccogliere comunque di più.
Rispetto alla scorsa stagione la fase difensiva – numeri e statistiche alla mano – è peggiorata in modo evidente. In quella offensiva spesso e volentieri, sono mancati quella cattiveria e quell’essere cinici, fondamentali per i top club. Che manchi equilibrio è evidente. Va benissimo voler comandare la partita ovunque e contro chiunque. È un aspetto coraggioso, lodevole e da vincenti. Ma non per questo devono essere messe da parte – o ritenute secondarie e non determinanti - garra, grinta e il voler lottare su ogni pallone. L’Inter non mi sembra imborghesita. Ma sicuramente c’è qualcosa che non va. Inutile negarlo. 

Rispetto alla passata annata - in alcune sfaccettature - la squadra è irriconoscibile. Conte ha cambiato atteggiamento fuori dal campo (zero polemiche in pasto ai media), ma dentro continua a guidare e pilotare i suoi giocatori come sempre. E sarebbe assurdo pensare che dichiarazioni più politically correct del mister possano influire sulle prestazioni sul rettangolo di gioco. Per questo preoccupa non poco il bilancio attuale tra campionato ed Europa.

E a proposito di campo. I giocatori acquistati per portare esperienza, oltre a quello, facciano la differenza (nel bene) anche nel terreno di gioco. Che il Derby resti per Kolarov un incubo dal quale riscattarsi. E che la prestazione incolore di Vidal nell’ultima di Champions venga riscattata il prima possibile.

Chi invece è sempre stato tra i migliori, e si sia meritato lodi internazionali, vedi De Vrij, continui a mantenere l’altissimo livello a cui ha abituato il pubblico nerazzurro. Tutti possono avere una giornata storta. E Stefan l’ha vissuta contro il Parma. Ma che si giri pagina al più presto.

Quelli che non giocano, anziché lamentarsi, affrontino di petto Conte. Chiedano spiegazioni, tirino fuori gli attributi. E sempre con educazione, e nel rispetto dei compagni di squadra, capiscano perché il tecnico della Beneamata gli conceda un limitato minutaggio. E poi mangino l’erba. E dimostrino all’allenatore di essersi sbagliato. Capito Eriksen? Resto convinto che il danese sia un campione e possa fare la differenza in Serie A e in Champions. Tanto che io lo avrei schierato da titolare a Madrid. E non condivido per nulla la scelta di non farlo manco entrare. Anche perché i cambi, caro mister, si possono fare prima del 60 esimo e del 70esimo. Soprattutto se la panchina è lunga e almeno in un paio di elementi di caratura mondiale. Ma se poi chi subentra trotterella o non è all’altezza di quello che potrebbe e dovrebbe essere, non fa altro che dar ragione a chi in precedenza lo aveva fatto accomodare in panchina. 

La stagione è lunga. Ma serve un’inversione di tendenza affinché diventi positiva e vincente.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 06 novembre 2020 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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