"Il presidente vorrebbe un 3-0. Io invece nei confronti dei milanisti sono più generoso, mi accontento di una vittoria su autorete allo scadere". Il ricordo di Peppino Prisco è sempre vivo nella mente dei tifosi dell'Inter, alla vigilia di un derby più che mai. A 12 anni dalla sua morte, le sue frasi sono sempre rincorrenti. E' un derby importante, molto sentito, che può valere tanto soprattutto in classifica. Un pareggio lascerebbe immutate le chance di qualificazione alla prossima Champions League, una vittoria nerazzurra permetterebbe il sorpasso, un successo rossonero creerebbe già un piccolo solco. 

In casa Inter è tornato nuovamente il sorriso, la serenità, grazie al trionfo di Cluj e alla conseguente qualificazione agli ottavi di Europa League, dove c'è già il Tottenham ad attendere la squadra di Stramaccioni. C'è il dubbio Ranocchia, l'emergenza in attacco, la carica di Palacio e la voglia di Cassano. La grinta di Guarin e la saracinesca Handanovic. Il sempre presente Zanetti e il giovane Juan Jesus. Tante chiavi di lettura per un match che si preannuncia straordinario e ricco di gol. Il Milan sarà sbilanciato col tridente e Boateng, l'Inter di rimessa in questa stagione è stata letale.

E poi c'è lui, Balotelli. Gli occhi saranno puntati sul numero 45 rossonero. Il grande ex della serata. Colui che non esultava perché riteneva fosse il suo lavoro e poi esplode dopo il gol di Muntari, mercoledì, dalla tribuna di San Siro. Quel numero 45 che nell'aprile del 2010 gettò a terra la maglia dell'Inter, la squadra che lo ha portato alla ribalta, prendendolo quand'era ancora piccolo dalla Lumezzane. Dimenticare il passato nel calcio moderno è diventato un tormentone, Ronaldo, Ibrahimovic, lo stesso Balotelli ne sono gli esempi. Poi ci sono le bandiere: Zanetti, Maldini, anche Ambrosini. 

Vincere sarebbe fondamentale per la classifica, per il morale, per la Champions League che è l'obiettivo di questa stagione. In tanti sono delusi dalla stagione dell'Inter, ma un ragionamento io vorrei farlo. Nessuno aveva dichiarato come obiettivo lo Scudetto. Se fosse arrivato bene, ma la stagione non era nata sotto questo auspicio. L'Inter è in piena corsa per il terzo posto, in semifinale di Tim Cup con la finale ampiamente alla portata e gli ottavi di Europa League tutti da giocare. Il tutto, coronato da infortuni e squalifiche a raffica, come mai successo forse in passato. 

Un ultimo appello vorrei farlo a coloro che riempiranno San Siro. Date tutto nelle coreografie, nei colori, nei cori, negli sfottò. Il derby è soprattutto questo. Ma niente guerriglie, niente di tutto ciò. Niente ululati razzisti, perché se la stracittadina milanese è la più bella d'Italia un motivo ci sarà. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 febbraio 2013 alle 00:01
Autore: Riccardo Gatto / Twitter: @RiccardoGatto1
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