"L'Inter è questa, non sta andando oltre. È la squadra che mi aspettavo, le difficoltà iniziali erano dovute solo al post Mondiale. La verità è che è cresciuta del 300% rispetto allo scorso anno". Questo il pensiero di Dejan Stankovic, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Si può usare la stessa percentuale per Brozovic?
"Gli sta riuscendo tutto. Detta i tempi, dà ritmo, è sicuro. Ha cambiato marcia, non ha più gli alti e bassi di due anni fa, lo vedi che se anche sbaglia un passaggio non è un problema, riprova la volta dopo. Ha la fiducia di tutti intorno, dei compagni e dei tifosi, questo lo spinge anche a sperimentare cose diverse. Per carità, non carichiamolo di troppe pressioni. Però ora tutta la squadra gli ruota attorno".

C’è qualcosa del croato in cui si rivede?
"Anch’io ho cambiato diversi ruoli a centrocampo. Ma con José (Mourinho, ndr) ero lì in mezzo. Siamo simili in una cosa: non abbiamo paura di provare giocate difficili, ci vuole carattere. Ma io fisicamente ero più potente, quindi contrastavo con meno problemi. E avevo un calcio più lungo del suo".

Ok i complimenti. Ma Brozovic dovrà pur migliorare in qualcosa...
"Sì, nella tranquillità, nel non perdere la testa se una cosa non va. È sulla strada giusta, visto il derby? In altri tempi avrebbe chiesto il cambio...e invece quando stai bene, vai oltre il problema muscolare e giochi un secondo tempo alla grande".

Secco: l’Inter è l’anti Juve?
"Racconto una cosa: sono stato ad Appiano il venerdì prima del derby, ho visto come allenatore e giocatori preparavano quella partita, i dettagli che curavano. Poi, cosa dire? Ho giocato 15 anni in Serie A, so quanto è lunga... C’è chi vince il campionato d’estate e poi sparisce. Sono realista: la Juve è una delle favorite per vincere la Champions, naturale lo sia anche in Italia. Però mai dire mai: anche loro avranno momenti di difficoltà. E l’Inter dovrà esserci. Tra l’altro adesso Spalletti ha una panchina lunga, può cambiare 5-6 uomini senza abbassare il livello".

E qual è il livello Inter?
"È una squadra vera, che ragiona d’insieme in campo. La mano di Spalletti è evidente, non vedi mai reparti scollegati. E poi quei tre centrali hanno pochi rivali in Europa. Skriniar, De Vrij e Miranda: chi gioca gioca, è sempre ok".

Merito di Spalletti?
"L’Inter è nelle mani giuste. Lo conosco da tempo, è molto amico di Stramaccioni. Una volta, quando era allo Zenit, mi chiamò pure per raggiungerlo...".

Lo step successivo è giocare alla pari delle big d'Europa come il Barcellona?
"La gara del Camp Nou è stata una scuola. Da lì si può e si deve imparare: l’Inter quella sera non ha fatto bene, ma io credo che non sia così sotto il livello del Barça. Sono sicurissimo: martedì andrà diversamente".

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Sezione: Copertina / Data: Ven 02 novembre 2018 alle 08:51 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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