Iniziata con calma ed equilibrio la prima gara della nona giornata di campionato tra Inter e Bologna, con un'Inter che scende in campo mite e modesta, lasciando agli avversari tempi e spazi di costruzione di una manovra che i padroni di casa però stroncano all'11esimo con un gol meraviglioso di Francesco Acerbi, perfetto nell'esecuzione e nella scelta di tempo su un pallone di Hakan Calhanoglu dalla bandierina: angolo letale per Skorupski che non può fare altro che ammirare il gesto tecnico dell'ex Lazio, che vola più in alto di tutti, soprattutto dei difensori rossoblu, e insacca la rete del vantaggio. Vantaggio che soli due minuti dopo Lautaro Martinez raddoppia con una rete di una bellezza magistrale: Thuram lo serve all'indietro e l'argentino, da fuori area, lascia partire un tiro di prima intenzione che finisce dritto in rete e lascia senza parole lo stesso Toro, stupito da sé stesso. Superfluo sottolineare come l'entusiasmo fungesse da forza motrice di una macchina che sembrava andar da sola, ma proprio nel momento più dominante della squadra di casa, il più applaudito degli uomini di Inzaghi combina il guaio: abbraccio plateale di Martinez in area di rigore nei confronti di Ferguson che, dopo essere stato agguantato, frana sul terreno di gioco e regala ai suoi, dopo l'intervento del VAR che corregge un madornale errore di presunzione del direttore di gara, la possibilità di accorciare le distanze. Dal dischetto va il solito Riccardo Orsolini che non sbaglia: Sommer smaschera l'avversario, individuandone la traiettoria, tocca il pallone senza però riuscire a fermarlo ed è 2-1 a San Siro. Un gol che accende la squadra di casa, riportandola sul pezzo, e raffredda l'Inter. I vice-campioni d'Europa subiscono psicologicamente il gol e perdono un tantino di verve e grip, concedendo qualche ripartenza e spazio in più agli avversari, rinfrancati sì, ma mai davvero pericolosi.
Pericolosità che arriva però nel secondo tempo, quando la squadra emiliana entra in campo con piglio, aggressività e attenzione venuti meno invece ai milanesti che al 52esimo prima si abbassano eccessivamente, poi si sbilancano concedendo agli avversari l'occasione del pari praticamente su un piatto d'argento. Palla persa da Calhanoglu e numero di Zirkzee che, prima controlla, poi si concede pure il lusso di mandare al bar Acerbi e Bastoni con una finta e Sommer, rimasto inerme dinnanzi al tiro rasoterra che vale il gol del 2-2. Gli undici nerazzurri in campo si svegliano e anche Inzaghi dalla panchina che opta immediatamente per il triplo cambio: forze nuove in arrivo con Carlos Augusto, Cuadrado e Sanchez rispettivamente al posto di Dimarco, Dumfries e Thuram. La musica cambia immediatamente, l'Inter alza il ritmo e il baricentro: non è un caso che lo squillo arriva subito dopo i cambi e che ad insaccarla è il freschissimo Niño Maravilla, ma il cileno è avanti la linea di difesa dei rossoblu e Di Gioia solleva correttamente la bandierina rimettendo il tabellino sul 2-2. I nerazzurri si rinfrancano dal gol (seppur annullato), ma non sufficientemente e iniziano ad abbondano i duelli fisici e i falli. Gara sempre più fisica col passare dei minuti, ma allo scorrere del tempo cresce ancora anche la squadra nerazzurra che si rende di nuovo pericolosa col solito Lautaro che si avvicina al vantaggio ma non centra la porta. Inzaghi, dopo essersi preso un giallo evitabile, cambia ancora e a centrocampo torna Davide Frattesi, rientrato dal risentimento ai flessori della coscia destra: un innesto che dà ulteriore benzina alla capolista che torna a picchiare forte e ad assediare la metà campo degli ospiti, trovandosi però uno stoico e stremante Bologna che non cede davanti alla pressione martellante dei padroni di casa portandoli, al contrario, a continui errori che innervosiscono una squadra apparsa mai davvero fredda e cinica. Partita sporca, fisica e tecnicamente brutta, da una parte e dall'altra che, con la complicità di un pessimo Guida, non dà mai all'Inter la possibilità di sgrezzarsi. Occasione sprecata dai nerazzurri di tenersi la vetta della classifica, posizione minata da Genoa-Milan in programma per stasera al Marassi: madornale e letale l'errore di Lautaro sul placcaggio, gratuito e lievemente immotivato, a Ferguson che ha spedito Orsolini sul dischetto che spalanca al Bologna la via verso la riapertura di un match che dopo il doppio vantaggio sembrava dall'epilogo già scritto. Ma Thiago Motta si rivela ancora un ex da temere e in un pomeriggio dal finale quasi al cardiopalma, a San Siro non si va oltre un invalidante 2-2.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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