"Caro direttore,
mentre le scrivo l'Inter sta tentando l'ultimo assalto al Genoa. Maicon scende possente sulla fascia, il capitano salta gli avversari a coppie di due, Sneijder e Balotelli provano con tiri da lontano a superare Amelia. Non so se finirà in pareggio, probabilmente sì.
Ma so di certo che ricorderò questo giorno come il nuovo 5 Maggio.
Già, perchè la più grande delusione interista degli ultimi decenni, per me - e per molti altri come me - ha offerto la sua replica ieri, davanti ai cencelli dello stadio San Siro. Niente pallone, niente luci, niente erbetta. Solo gli addetti con la loro risposta sempre uguale: "Non potete comprare il biglietto, non siete residenti in Lombardia".
Tralascio la mia storia, ho il tempo e la possibilità di vedere l'Inter in altre occasioni (magari già a Londra contro il Chelsea), ma voglio raccontarne un paio, perchè non rimangano solo nei miei ricordi come simbolo di quanto brutto stia diventando il calcio.
C'era un padre venuto con il figlio dalla Campania. Avevano passato tutto il giorno all'Inter store: entrambi erano coperti di nerazzurro dalla testa ai piedi. Il bambino indossava la maglia di Milito sopra il giubbotto pesante: si sentiva un supereroe e sorrideva a tutti.
Ma nè lui nè suo padre, erano residenti in Lombardia.
C'era una coppia di fidanzati di Gubbio. Avevano litigato l'intero weekend perchè secondo la ragazza un romantico fine settimana si era presto trasformato in una due giorni dedicata all'Inter. Alla fine però avevano fatto la pace, perchè in fondo a lei piaceva vedere felice il suo uomo. E davanti ai cancelli di San Siro si tenevano per mano aspettando di acquistare i loro biglietti.
Ma non erano residenti in Lombardia.
C'era un gruppo di amici siciliani a Milano per dei colloqui di lavoro.
In biglietteria, ad ogni steward e poliziotto che incontravano cercavano di spiegare che loro con il Genoa non c'entravano niente, e imploravano: "chiamate qualcuno in società, fategli sapere che centinaia di tifosi dell'Inter rimarranno fuori dallo stadio".
Anche loro non erano residenti in Lomardia.
Poi tra i tanti c'era Andrea, lo conosco, parlo con lui per un po'. Martedì sarà all'Istituto tumori di Milano. Probabilmente quel giorno segnerà l'inizio di una partita molto più complicata. Un match contro un avversario senza dubbio più tosto del Genoa. Andrea viene dalla Calabria, ha sempre tifato Inter in una casa di Juventini.
Juventini come il fratello che lo accompagna in questa trasferta Milanese, e che a sorpresa ha anticipato di un giorno la partenza per Milano: " volevo che il primo giorno lontano da casa fosse per qualcosa di bello", mi spiega Claudio, "bello per lui ovviamente, io tengo la Juve". E qui Claudio abbassa lo sguardo, si copre gli occhi, dà la colpa al freddo.
Niente partita anche per loro.
Saluto, prendo una copia dell'Interista e torno indietro, non sopporterei di sentire i cori dello stadio. Tutto mi pare profondamente illogico. E ingiusto.
Questo calcio non mi piace".

Fabrizio

Sezione: Visti da Voi / Data: Lun 08 marzo 2010 alle 14:54
Autore: Redazione FcInterNews
vedi letture
Print