Parole in libertà anche di Fikayo Tomori oggi sulla Gazzetta dello Sport. Il difensore milanista ha lanciato la sfida scudetto a tutte le concorrenti.

Lei è stato uno dei primi a parlare di scudetto, durante lo scorso campionato...
"Sì, sapevo che questa squadra era forte e potevamo vincere. Sono contento che ce l’abbiamo fatta".

Quando avete capito che avreste vinto?
"Io solo quando Franck Kessie ha segnato il terzo gol al Sassuolo all’ultima giornata, però certo, in molti momenti abbiamo fatto bene. Contro la Lazio, la Fiorentina, l’Atalanta... Ci siamo detti che dovevamo continuare, ogni partita, ogni minuto, lottando sempre. E alla fine, quando Franck ha segnato quel gol sono stato tanto felice...".

E ora, che Milan ritroviamo?
"Siamo felici, ma iniziamo da 0 punti come gli altri, non da 86. Dovremo lottare di più. Siamo i campioni, tutti vorranno batterci".

I bookmaker dicono che siete la terza forza, dopo Juventus e Inter. Vi dà fastidio?
"Beh, lo dicevano anche lo scorso anno e invece...".

Ma lo scudetto si può rivincere?
"Noi abbiamo fiducia, siamo concentrati su noi stessi, sappiamo di essere forti. Dobbiamo dimostrare ancora tanto ma abbiamo vinto lo scorso anno. Perché no?".

Pensate di essere ancora più forti?
"Sì, ci sentiamo più forti considerando la fiducia di ognuno. Abbiamo la sensazione che possiamo fare qualcosa di speciale. Lo abbiamo già fatto, ma ora abbiamo una pressione diversa. Dobbiamo ripeterci. In questi giorni abbiamo lavorato più forte dello scorso anno, dobbiamo essere pronti".

A proposito di avversari, Lukaku è tornato, anche lui dal Chelsea. Fa paura?
"La mia prima partita al Milan è stata contro Romelu e quel giorno ho avuto rispetto, non paura. Sarà uguale questa volta. Lukaku è forte, l’Inter è forte ma lo siamo anche noi. Sappiamo che il derby sarà una partita speciale".

Ma come si marcano Lukaku e Vlahovic? Ci sono differenze?
"Marcarli uno contro uno è difficile, sono forti e veloci, hanno qualità. La cosa più importante con entrambi è restare concentrati, stare attenti a ogni movimento, a quando calciano, quando attaccano la profondità... In Italia poi si lavora diversamente rispetto all’Inghilterra. Qui si difende di squadra, ci si muove insieme. In Inghilterra molto meno".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 27 luglio 2022 alle 12:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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