Per analizzare Inter-Milan 5-1, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Cesare Prandelli, ex c.t. azzurro. Ecco le sue considerazioni.

Era difficile aspettarsi una differenza così.
"Diciamo pure impossibile. Ma l’Inter mi ha dato un’impressione netta: una corazzata. Titolari e riserve danno lo stesso contributo: qualità, quantità, fisicità. E chiunque sia in campo, il gioco non cambia. Nessuna dipendenza da nessuno, al contrario del Milan".

L’Inter ha trovato spazi anche troppo facilmente.
"Pressing delle punte: molto coordinate, con tempi perfetti nell’aggressione. Grande densità in mezzo. Riconquista palla e ripartenze dritti per dritti in porta: l’hanno giocata così e l’hanno vinta così, in verticale. E’ stata la prima chiave della partita".

La seconda?
"Thuram. Non ricordo un esordiente in un derby così impattante: forse Sneijder nel 4-0 del 2009, ma non aveva segnato. E’ stato devastante: ogni volta che partiva, lo faceva con due marce in più. Ma oltre alla velocità ci ha messo anche la lucidità di trovare sempre, dopo tanto correre, pure gli spazi giusti".

Sorpreso da un Lautaro così altruista?
"L’ho trovato molto maturato, ma forse è più giusto dire maturo. Ha giocato per la squadra dal primo all’ultimo minuto, da capitano: cercando il gol, ma anche di creare opportunità per compagni. Lui una caratteristica non la perderà mai: vuole segnare, gioca per segnare, e infatti quel rigore voleva tirarlo, si è visto benissimo. Ma poi è andato a esultare con Calhanoglu, visto?".

Ma lei, al quinto derby su cinque perso nel 2023, crede che sia subentrato anche un blocco psicologico, nel Milan?
"Può capitare se la squadra è la stessa, ma ora il Milan ha molti giocatori nuovi. No, non c’entra la testa".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 17 settembre 2023 alle 10:31 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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