"Può suonare paradossale, ma la partita che potrà consegnare lo scudetto all’Inter non è davanti nel calendario, bensì dietro. Si è giocata lo scorso 3 aprile: Juve-Inter 0-1. Se il successo di ieri contro la Roma ha ribadito che la squadra di Simone Inzaghi è in piena ripresa, al quarto successo di fila dopo i soli sette punti nelle precedenti sette gare, ed è lanciata in vetta, rimane indubbio che l’inversione di rotta sia avvenuta un mese fa a Torino". Lo sottolinea ancora oggi Matteo Marani sulle colonne di Tuttosport.

"Mercoledì, nella gara di Bologna, i nerazzurri potrebbero consolidarsi in vetta, in quel caso al di là dei risultati poi ottenuti dagli avversari. Padrona del proprio destino, come si dice - ricorda Marani -. L'Inter può dire di avere mantenuto le promesse, mentre i rimpianti di Allegri non possono che essere grandi. Dall’altra parte sorride invece Simone Inzaghi. Lo fa a suo modo: composto, misurato, senza mai eccessi. Non è la rockstar Mourinho, ieri applaudito e inneggiato a lungo dai vecchi tifosi, e non è il caterpillar Conte, che trascinava le folle come Mou. Inzaghi non evoca il rumore dei nemici, modera le parole e non si atteggia mai a vittima. In campo ha ridato vigore all’Inter, specie dal rientro di Brozovic giusto quattro partite fa, con il connazionale Perisic pietra angolare della stagione. Sono ammirevoli la discrezione, l’eleganza e il rispetto con cui si pone verso gli interlocutori. Il bello di Simone. Ha dimostrato di essere pure resiliente. Contro la Juventus è arrivato nella fase più critica possibile, con il futuro messo in discussione. Invece a Torino ha svoltato, uscendo più forte. Senza strilli o strepiti, ma con i punti". 

Sezione: Rassegna / Data: Dom 24 aprile 2022 alle 11:30 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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